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Vecchio 28-05-2014, 03.19.56   #2107
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quelle parole di Clio.
Pronunciate a raffica, con impeto, quasi rabbia.
E poi il suo sguardo deciso e fiero, fino a quando quei suoi meravigliosi occhi chiari cominciarono ad inumidirsi e poi ad arrossarsi.
Allora le lacrime rigarono il suo volto.
E forse mai come in quel momento, nonostante i suoi sforzi, lei appariva così donna, forte, coraggiosa ed allo stesso tempo fragile, agli occhi di Guisgard.
Il cavaliere sentì in quel momento l'irrefrenabile istinto di prenderla fra le braccia e baciarla.
Baciarla a lungo.
Baciarla per ogni parola che lei aveva gridato.
Baciarla e non solo.
E quello fu il primo impulso.
Ma poi il suo stivale che urtò quel panno.
E quella macabra scoperta.
“E' chiaro” disse Guisgard fissando la spada insanguinata e quella scritta sul panno “che sanno bene chi siamo... e sanno che sei stata tu ad uccidere la bestia... c'era la festa in città e poi lo scoppio di quella ressa ed il tentato linciaggio... e in quel frangente hanno fatto sparire la bestia e fatto poi arrivare in questa stanza la spada avvolta nel panno... questa almeno è l'ipotesi più ragionevole... a meno che non vogliamo prendere in considerazione la possibilità che davvero quell'animale sia risorto...” era pensieroso “... e forse l'unico indizio concreto, l'unica cosa certa, reale, che possiamo quasi toccare senza immaginare mostri e demoni è questa scritta... le stesse parole incise su quella pietra nella foresta... ciò mi fa credere che tutto passi per quel luogo e per quell'antico cippo...”
Ad un tratto si udirono le campane che suonavano e dalla finestra Guisgard e Clio videro un lungo corteo funebre che terminava davanti alla chiesa.
Solpacus piangeva i due giovani uccisi la notte prima nella foresta.
E fu il vescovo a celebrare la Messa, leggendo durante la celebrazione un passo del Vangelo secondo Luca:

“In quel luogo c'era una grande mandria di porci che pascolava sul monte. Gli chiesero che permettesse loro di entrare nei porci, ed egli lo permise loro. I demoni allora uscirono da quell'uomo ed entrarono nei porci e tutti quegli animali presero a correre a precipizio dalla rupe, andarono a finire nel lago ed annegarono. I mandriani quando videro quel che era accaduto, fuggirono e andarono a portare la notizia nella città e nei villaggi.
La gente uscì per vedere ciò che era accaduto e quando arrivarono da Gesù trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demoni che stava ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente. Allora furono presi da spavento. Quelli che avevano visto tutto riferirono come l'indemoniato era stato guarito.”


Guisgard si segnò davanti a quel funerale.
Poi si voltò verso Clio, con la ragazza ancora intenta a fissare la scritta sul panno insanguinato.
“Non sei una donna orribile...” abbracciandola da dietro “... forse sono io ad esserlo... perchè non riesco a non pensare alla donna di un altro... ma la cosa che più mi fa impazzire” stringendola ancor più a sé “è che non voglio dividerti con nessun altro... neanche nei pensieri...” la prese fra le braccia, fissandola per un momento negli occhi, fin quasi a perdersi in essi.
E all'improvviso la baciò.
Con impeto, ardore e passione spingeva le sue labbra contro quelle di lei, per poi baciarle il viso, il collo e tornando ogni volta a morire su quella bocca morbida e profumata.
E baciandola, le sue mani le cingevano i fianchi, per poi scendere e salire lungo tutta la sua schiena.
Infine le slacciò il mantello, facendolo cadere ai loro piedi.
Avrebbe voluto sfilarle via ogni indumento e fu sul punto di farlo.
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta della loro stanza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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