Quelle parole di Clio.
Pronunciate a raffica, con impeto, quasi rabbia.
E poi il suo sguardo deciso e fiero, fino a quando quei suoi meravigliosi occhi chiari cominciarono ad inumidirsi e poi ad arrossarsi.
Allora le lacrime rigarono il suo volto.
E forse mai come in quel momento, nonostante i suoi sforzi, lei appariva così donna, forte, coraggiosa ed allo stesso tempo fragile, agli occhi di Guisgard.
Il cavaliere sentì in quel momento l'irrefrenabile istinto di prenderla fra le braccia e baciarla.
Baciarla a lungo.
Baciarla per ogni parola che lei aveva gridato.
Baciarla e non solo.
E quello fu il primo impulso.
Ma poi il suo stivale che urtò quel panno.
E quella macabra scoperta.
“E' chiaro” disse Guisgard fissando la spada insanguinata e quella scritta sul panno “che sanno bene chi siamo... e sanno che sei stata tu ad uccidere la bestia... c'era la festa in città e poi lo scoppio di quella ressa ed il tentato linciaggio... e in quel frangente hanno fatto sparire la bestia e fatto poi arrivare in questa stanza la spada avvolta nel panno... questa almeno è l'ipotesi più ragionevole... a meno che non vogliamo prendere in considerazione la possibilità che davvero quell'animale sia risorto...” era pensieroso “... e forse l'unico indizio concreto, l'unica cosa certa, reale, che possiamo quasi toccare senza immaginare mostri e demoni è questa scritta... le stesse parole incise su quella pietra nella foresta... ciò mi fa credere che tutto passi per quel luogo e per quell'antico cippo...”
Ad un tratto si udirono le campane che suonavano e dalla finestra Guisgard e Clio videro un lungo corteo funebre che terminava davanti alla chiesa.
Solpacus piangeva i due giovani uccisi la notte prima nella foresta.
E fu il vescovo a celebrare la Messa, leggendo durante la celebrazione un passo del Vangelo secondo Luca:
“In quel luogo c'era una grande mandria di porci che pascolava sul monte. Gli chiesero che permettesse loro di entrare nei porci, ed egli lo permise loro. I demoni allora uscirono da quell'uomo ed entrarono nei porci e tutti quegli animali presero a correre a precipizio dalla rupe, andarono a finire nel lago ed annegarono. I mandriani quando videro quel che era accaduto, fuggirono e andarono a portare la notizia nella città e nei villaggi.
La gente uscì per vedere ciò che era accaduto e quando arrivarono da Gesù trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demoni che stava ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente. Allora furono presi da spavento. Quelli che avevano visto tutto riferirono come l'indemoniato era stato guarito.”
Guisgard si segnò davanti a quel funerale.
Poi si voltò verso Clio, con la ragazza ancora intenta a fissare la scritta sul panno insanguinato.
“Non sei una donna orribile...” abbracciandola da dietro “... forse sono io ad esserlo... perchè non riesco a non pensare alla donna di un altro... ma la cosa che più mi fa impazzire” stringendola ancor più a sé “è che non voglio dividerti con nessun altro... neanche nei pensieri...” la prese fra le braccia, fissandola per un momento negli occhi, fin quasi a perdersi in essi.
E all'improvviso la baciò.
Con impeto, ardore e passione spingeva le sue labbra contro quelle di lei, per poi baciarle il viso, il collo e tornando ogni volta a morire su quella bocca morbida e profumata.
E baciandola, le sue mani le cingevano i fianchi, per poi scendere e salire lungo tutta la sua schiena.
Infine le slacciò il mantello, facendolo cadere ai loro piedi.
Avrebbe voluto sfilarle via ogni indumento e fu sul punto di farlo.
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta della loro stanza.