Disattivato
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Ci avviammo verso la locanda, ridendo e scherzando come se niente fosse successo.
Sapevo di poter contare su di lui.
Il tavolo ormai era vuoto, ma potevo scorgere le sagome di Vortex e Guisgard sulla staccionata.
"Sono ancora dietro.." scossi la testa ridendo.
Sentivo Guisgard sbiascicare qualcosa, ma eravamo troppo lontani.
D'un tratto mi fermai. Avevo sentito "principe"?
Oh, bravo, spiattella i fatti miei ai quattro venti..
Ma probabilmente ero paranoica, e poi era solo Vortex, mi avrebbe dato una pacca sulla spalla e basta.
Non era il tipo che potesse farmi la paternale, come tutti i miei uomini, del resto.
Arrivammo, ed era ormai chiaro chi aveva perso la sfida.
Una vittoria inaspettata, pensai, sarcastica.
Lo guardai per un lungo istante.
Era così bello, con gli occhi appannati dall'alcol, l'aria frastornata.
Avrei voluto affondare le dita nei suoi capelli, e baciarlo, baciarlo con impeto e passione, fino a non avere più fiato, sentire le sue mani sulle mie braccia, sulle mie spalle nude.
Clio!
Annuii a Dort e Vortex.
E' solo una debolezza, Clio..
Solo una debolezza..
Infondo, a pensarci bene.. non sai niente di lui..
Presi un profondo respiro.
"Sei ubriaco!" urlai, interpretando il ruolo della moglie "Razza di idiota! Sai che non ti voglio vedere ubriaco..".
Andai a raccogliere la mia camicia, la giacca, e la spada di Dort.
"Te la ridò domattina, non si sa mai.. anzi.. visto che per colpa di quello smidollato di mio marito dormirò sola.. turni di guardia.." sorrisi "I più ubriachi per ultimi.. questa città di notte svela i suoi segreti.. voglio dormire tranquilla..".
Lanciai un'ultima occhiata a Guisgard.
E' solo una debolezza, solo una debolezza..
"Non osare presentarti ubriaco da me.." gli dissi, fingendomi infuriata, chiedendomi se potesse comprendere appieno quello che dicevo.
Raggiunsi così la nostra camera, sola.
Chiusi la porta, e iniziai a vestirmi per la notte.
Ma ti dovevi proprio ubriacare stasera?
Potevamo stare da soli..
Meglio così, Clio.. devi riuscire a staccarti... te l'ho detto, più stai con lui, più difficile sarà lasciarlo andare..
Mi avvicinai alla finestra per chiudere le imposte, ma restai affacciata per un momento a guardare la luna.
"So che me lo sono meritato.." mormorai all'improvviso, scrutando le stelle del cielo "Ti ho offesa, non ho rispettato l'equilibrio.. ho rinunciato all'amore, lo ammetto ho dubitato della sua esistenza... e comprendo il senso di questo tormento ma ti prego.. non so affrontare tutto questo da sola.. aiutami.. solo tu puoi insegnarmi a guardare dentro il mio cuore, solo tu puoi mostrarmi la via, imparare a discernere... ti prego, dolce Afrodite, ascolta le suppliche di questa donna a lungo rinchiusa.." mormorai piano.
Quante volte avevo invocato la dea dell'Amore?
La religione dei padri insegnava l'importanza dell'equilibrio tra tutte le componenti della vita.
E io non mi ero mai interessata all'Amore.
Avevo altro a cui pensare.
I miti ci mettono in guardia da un simile errore, raccontandoci cosa accade a chi trascura questa o quella divinità.
E, tutto sommato, poteva andarmi peggio.
Ma i miti sono solo miti.
Terminai le mie preghiere, invocando Artemide perché guidasse la nostra caccia verso la vittoria, Ercole per il coraggio, Marte per il furore guerriero.
"E tu, Pallade, mia signora.." sorrisi "Veglia su di me, anche domani, come ogni singolo giorno...".
Restai ancora un istante ferma ad osservare la brughiera.
Sperai che il combattimento con Dort, lo sfogo, le preghiere mi avessero calmato un po'.
Ma forse, la verità era molto più semplice e meno poetica.
Ero esausta.
Sospirai.
Poi, chiusi le imposte, e mi buttai sul letto.
Crollando in un sonno profondo.
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