“Ora calmatevi...” disse Riccardo ad Eilonwy, scendendo da cavallo ed avvolgendo il corpo della ragazza nel suo mantello “... ecco, così l'umidità della notte non vi farà male... andiamo, vi riporterò al castello...” la prese in braccio e nonostante l'umore non proprio amichevole di Eilonwy, riuscì a farla sedere sulla sella insieme a lui “... ora cercate di stare buona, o finiremo per essere disarcionati dal cavallo... una volta al castello poi cercherò di spiegarvi ciò che intendevo dire riguardo all'Amore... perchè non è vero che ho negato l'eternità di tale sentimento, ma ho solo detto che i compromessi sono necessari e non esiste nulla di assoluto a questo mondo...”
All'improvviso il suono di una lira.
Era un menestrello che si avvicinava, dall'aspetto gradevole, con i suoi capelli chiari e gli occhi azzurri, i modi semplici e il portamento cortese.
“Potrei muovere obiezioni su questo, messere...” senza smettere di suonare la sua lira “... sul fatto che non esistono cose assolute a questo mondo, intendo...” sorrise “... beh, potrei smentirvi subito... l'amicizia, quella vera, è assoluta... così come la verità... e senza dimenticare la cosa più assoluta di tutte, la Fede Religiosa... naturalmente in questa nostra rapida lista non può mancare l'Amore... l'Amore Vero, così chiamato proprio perchè è assoluto... ah, quanto al tradimento, permettetemi, esso è la negazione dell'Amore... non un momento di debolezza o stanchezza e neppure un incidente, diciamo, di percorso come qualcuno si affanna a definirlo... chi ama non pensa minimamente di tradire e di conseguenza chi tradisce, ovviamente, non ama...”
“Chi sei tu?” Chiese Riccardo.
“Un menestrello, messere...” mostrando un profondo inchino il musico “... il mio nome è Fin Roma, per servirvi...”