I soldati scortavano Elisabeth , Daizer e Flees verso la tomba.
Il giovane cavaliere però pian piano cominciò ad attardarsi, restando così molto indietro rispetto al resto del gruppo.
E quando Elisabeth chiese a suo marito di Flees, questi si limitò solo a voltarsi indietro per un momento, continuando poi a seguire i militari.
Giunsero infine davanti ad una piccola cappella, dove gli uomini di Moussarel, spostando un vecchia base di colonna cilindrica, liberarono un piccolo pozzo ormai in disuso.
“Bisogna scendere.” Disse uno di quelli indicando l'entrata del pozzo.
Si calarono allora una volta, essendo quel varco stretto ed angusto, discendendo così attraverso un valico tutt'altro che ampio, fino a ritrovarsi in una nicchia sotterranea.
Flees però non era sceso con loro.
Uno dei soldati accese una torcia e cominciò a percorrere un ristretto corridoio che dalla nicchia sembrava condurre in una piccola cella.
In questa gli uomini di Moussarel accesero un'altra torcia, facendo si che quel piccolo ambiente si illuminasse.
Era una sorta di vestibolo, con una tomba aperta e varie raffigurazioni alle pareti.
Le immagini illustravano episodi di martiri.
Sul soffitto a volta, invece, comparivano altre illustrazioni, raffiguranti episodi e scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.
All'altezza della tomba aperta si poteva vedere dipinto in triplice scena l'episodio del giovane Tobia accompagnato dall'Arcangelo Raffaele, con il viaggio, il ritorno dai suoi genitori e l'incontro con colei che diventerà sua moglie.
E sotto il dipinto vi erano queste parole:
“Guarda, pellegrino di questa vita, il mondo con gli occhi del cuore e non con quelli della ragione, cosicché tu possa trovare qualcosa di veramente prezioso.”
“E' questa la tomba del maniscalco.” Mormorò uno dei soldati indicando la tomba vuota.
“Allora è questa la tomba profanata...” fissandola Daizer.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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