Lady Tessa, una volta, in un dongione diroccato che un orco aveva reso la sua imprenbile dimora, trovai uno strano diario, in cui era raccolta una sterminata quantità di parole.
Un fiume, un oceano di parole messe insieme apparentemente senza alcun senso.
Legate, intrecciate, sovrapposte, incastonate l'una sull'altra, come se la furia del caos le avesse possedute tutte senza sosta.
Davanti a ciò era mia intenzione disfarmi di quel diario, quando per caso, ammesso che il caso esista davvero, lo trovò nella mia giubba un vecchio amanuense greco, fuggito anni fa dai turchi giunti a Costantinopoli e oggi mio servitore.
Ebbene egli sfogliando quel diario fu colto da una tale curiosità che prese la briga di scomporre ogni sua parola, per tentare poi di rimetterle insieme secondo un certo senso celato che egli credeva di aver riconosciuto.
Ebbene, per incredibile che possa sembrare, quel diario altro non era che un codice e le sue parole, una volta decifrato il suo arcano linguaggio, finirono tutte per incastonarsi, quasi magicamente, formando un testo non solo compiuto, ma aderente a tutte le più sottili regole della grammatica e della retorica.
E alla fine scoprimmo così il vero significato di quelle parole.
Esse rappresentavano una sorta di mappa per giungere ad un inestimabile tesoro, appartenuto ad un vescovo e poi andato perduto, nascosto proprio in quel dongione diroccato.
Questo per insegnarci che spesso le cose che crediamo perdute possono invece essere molto più vicine di quanto si pensi.
E magari, milady, proprio qui a Camelot, riuscirete a trovare quel monile che credete smarrito.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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