Musain rispose al bacio di Elisabeth e i due restarono così, l'uno sull'altro, per un lungo istante, avvolti nel silenzio rotto solo dalle voci che giungevano dalla strada.
“Allora non dimenticatelo...” disse lui piano “... la vostra vita ora appartiene a me... come l'odalisca per il sultano...” la fissò negli occhi senza aggiungere altro “... come vi ho detto non mi interesso di politica...” mormorò dopo qualche attimo “... la mia spada è al servizio di Imperion e quando quella città sarà attaccata allora saprò cosa fare.”
In quel momento qualcuno bussò.
Era il locandiere con i sali e l'olio.
Musain allora prese Elisabeth in braccio e la portò sul letto, aprendo poi la porta.
Prese ciò che il locandiere aveva portato e lo congedò.
“Questi non saranno degni delle meravigliose essenze d'Oriente” posando i sali e l'olio accanto ad Elisabeth “ma sapranno comunque fare il loro dovere... usateli con parsimonia dunque, poiché il vostro corpo, come la vostra vita, appartiene ora a me...” le sfiorò i capelli, per poi chinarsi e baciarla ancora.
Poi uscì dalla stanza, lasciandola sola.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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