Ismael camminava dietro Altea senza dire nulla, quasi fosse un'ombra che la seguiva senza voler tradire la sua presenza agli occhi del mondo.
E non proferì parola neanche quando la principessa mostrò il suo prezioso pugnale.
Poi incrociarono Ahmed, che salutò con umiltà la sua padrona.
“Si, Altezza...” disse annuendo “... ho ritirato stamani presto la spada presso l'armaiolo al quale l'avevo affidata.” E la mostrò alla principessa.
Ma nell'osservarla, Altea si accorse di qualcosa.
Una scritta incisa, con caratteri piccolissimi, sulla lama ora tornata lucente.
E la scritta così recitava:
“La mitica Caleidos della Signora dell'Elsa ho veduto.
Io conosco dove quel prezioso oggetto è custodito.
E quel segreto è racchiuso in me, nell'anima di questa lama, in un idioma sconosciuto e oggi perduto.”
Un attimo dopo un'ancella avvertì Altea dell'arrivo di Carolon e dei suoi uomini.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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