Oxuid annuì ad Elisabeth.
Poco dopo la carrozza lasciò prima la locanda, poi Amoros.
Era un pomeriggio di Sole in questo inizio d'Estate.
Il corso del Calars, investito dalla luce del giorno, pareva sciogliersi in infiniti riflessi d'argento, mentre il verde circostante, lussureggiante e primordiale, avvolgeva quello scenario dandogliquasi l'aspetto di un mondo incantato ed abitato da creature fantastiche.
Pian piano Amors svanì tra le basse colline e i monti tutt'intorno, con la loro carrozza che aveva già imboccato la strada verso Nord.
“Ciò che diceva Polibio è vero, amica mia...” disse Oxuid ad Elisabeth “... la civiltà, l'ordine, la giustizia e la libertà possono essere portate solo dalla guerra e dal caos... e sapete perchè? Perchè l'uomo non è capace di riconoscere il giusto senza prima averne pagato le conseguenze...” tirò fuori una cartina dalla tasca e la mostrò ad Elisabeth “... questa nostra penisola, sebbene culla della civiltà occidentale, vive frammentata in tanti staterelli, quasi tutti deboli e litigiosi... vi siete mai chiesta perchè la Spagna, la Francia, il Portogallo o l'Inghilterra sono nazioni unite e forti, mentre noi siamo un mosaico di potentati perlopiù deboli?”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|