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Vecchio 02-07-2014, 03.18.23   #302
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nello studio del notaio de Gaitan la tensione cresceva sempre più.
“Avanti...” disse Guisgard fissandolo “... voglio sapere cosa sta succedendo...”
“Non capisco a cosa vi riferite.” Mormorò il notaio con indifferenza.
“Dov'è finita la mia rendita mensile?” Chiese con tono perentorio Guisgard.
“Vi ho già detto che non è qui.” Sbottò de Gaitan. “Ed ora lasciatemi in pace, perchè ho molto da fare.”
Guisgard allora, indispettito, si guardò intorno.
Prese una ciotola e vi versò dentro del sapone da barba.
Poi avvolse il collo e le spalle del notaio in una grossa asciugamano, annodandola dietro la sua nuca.
“Guisgard!” Esclamò de Gaitan. “Siete forse pazzo?”
“Completamente.” Rispose il giovane. “Ma infondo chi non lo è a questo mondo.” Prendendo un rasoio. “Che fortuna, vero, che il vostro figaro stamani non si sia fatto vivo. Beh, poco male... vi raderò io oggi!”
“Ma cosa volete fare?” Intimorito il notaio.
Guisgard sorrise.
“E va bene!” Esclamò de Gaitan. “Vi dirò la verità... il denaro è finito! Non vi è più nulla per voi!”
“Cosa?” Incredulo Guisgard. “Come sarebbe a dire?”
“Quel gentiluomo non può più provvedere oltre al vostro mantenimento!” Annuì il notaio. “Ecco, ora sapete come stanno le cose!”
“Allora sarà bene che vada finalmente ad incontrarlo.” Deciso Guisgard.
“Cosa?” Stupito il notaio. “Ma voi non conoscete neanche il suo nome!”
“Sarete voi a dirmelo.” Ridendo appena il giovane.
“Ma questo è impossibile!”
“Credete davvero?”
“Ma sapete benissimo che non posso dirvelo!” Farfugliò de Gaitan.
“Per anni” Guisgard insaponando la faccia del notaio “sono stato di una discrezione unica per quanto riguarda il nome del mio casato e le mie oscure origini...smettete di agitarvi o finirò per tagliarvi un orecchio...” cominciando a radergli la barba “... dov'ero rimasto? Ah, si... i miei natali... dunque... come dicevo, essendo stato fino ad oggi di una correttezza lodevole, visto il sostentamento per la mia condizione di figlio naturale, trovo assai scorretto e riprovevole lasciarmi così senza più la mia rendita... capirete che ciò mi causerà non poche noie... insomma, non mi sembra giusto piantarmi così dopo che ho avuto la delicatezza, per anni, di non chiedere mai nulla sulla mia vera famiglia...”
“Lasciatemi andare...” balbettava il notaio con il sapone da barba fino anche in bocca.
“Ma oggi che ho tanto bisogno di denaro” muovendo il rasoio Guisgard “il mio misterioso benefattore, nonché patrigno come si suol dire, decide tutto ad un tratto che il suo dovere è terminato. E dato il momento mi permetto di dire che la decisione è alquanto intempestiva.” Si fermò a fissarlo. “Avanti, esimio signor de Gaitan... squarciamo il velo sul nome di quel gentiluomo... su, ditemi il suo nome...” mostrando sempre il rasoio.
“Mai!” Perenterio il notaio. “Non tradirò la fiducia di un cliente!”
“Ah, voi mi innervosite...” avvicinando il rasoio al suo viso il giovane “... guardate come mi trema la mano... avanti, come si chiama?” Cambiando tono.
“Ah...” urlò il notaio “... Corbonne... Vincent Corbonne...” rivelò “... barone Vincent Corbonne...”
“E dove si trova?”
“Nel Gelsominne... sulla via per Casorre...”
“Bene...” posando il rasoio Guisgard e tirando via l'asciugamano dal collo del notaio.
Uscì allora dallo studio e trovò la governante del notaio alquanto preoccupata.
“Non temete...” sorridendole Guisgard “... io e il signor de Gaitan abbiamo avuto un piccolo ed innocuo diverbio circa i doveri di un notaio e di come il Segreto Confessionale di un prete non sia equiparabile a quello professionale di un libero professionista.” Le baciò la mano, mostrandole poi un vistoso inchino. “I miei omaggi, madama.” Le fece l'occhiolino ed andò via, svanendo poi, una volta fuori, per le affollate strade cittadine.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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