Le candele brillavano debolmente, come in una danza malinconica fissata in quel tremolare, dove la loro luce sembrava quasi impotente di fronte all'avanzare delle ombre che parevano avanzare lungo le austere pareti del tempio.
Gli occhi di Roland vagavano tra il vuoto della sala, fino a perdersi tra gli sguardi indifferenti e lontani delle statue che raffiguravano gli dei protettori di Lortena.
“Dodici uomini...” disse il falso sacerdote “... dodici uomini, la metà dei quali ho visto crescere o conosco da una vita...” chinò il capo “... dobbiamo tenere il Castello Eubeo...” guardando Clio “... dobbiamo riuscirci, a costo di difenderlo fino alla morte... io, come gli altri, preferisco morire che sopravvivere in una Lortena in mano ad Imperion... ora vorrei solo che lord Sartios tornasse presto...”
Nel frattempo, nella piazza principale di Lortena, quella su cui dominava l'antico ed imponente Castello Eubeo, alcune figure, mischiate alla folla di curiosi giunta a vedere l'esposizione dei cadaveri, si aggiravano come spettri in una desolante atmosfera di morte.
“E' uno scempio...” mormorò Sartios fissando i cadaveri dei ribelli esposti in pubblico “... uno scempio... che triste giorno ha accolto il nostro ritorno...”
“Cosa facciamo?” Chiese il Lupo che era con lui. “Con un pugno di uomini veniamo a portarli via? Meritano una degna cerimonia funebre...”
“E' esattamente ciò che il governo si attende ora...” fece Sartios “... purtroppo non possiamo fare niente per adesso... ora separiamoci... io penserò ad avvertire Roland sul mio viaggio in cerca di lord Imone... viaggio infruttuoso... tu e gli altri pensate invece alle vedove e agli orfani di questi sfortunati fratelli... non deve mancare niente alle loro famiglie... anche se ciò che il governo ha tolto loro nessuno potrà più ridarglielo...”
E si separarono.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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