Altea bussò alla porta della capanna e quella, poco dopo, si aprì.
Un odore di quercia e di erbe aromatiche allora raggiunse la principessa ed il suo seguito, come a volerli accogliere in quell'umile eppur caratteristica dimora.
“Benvenuti.” Disse ad un tratto una voce gracchiante. “Prego, accomodatevi pure.”
Si trattava di un grosso merlo indiano, nerissimo e dal becco giallo lucidissimo, che se ne stava appollaiato sulla mensola di una finestra.
“Ma...” stupito Carjan “... quell'uccello parla?”
“Avevo udito di uccelli che erano capaci di ripetere qualche parola” mormorò incuriosito Ahmed “ma mai di un esemplare in grado di parlare.”
“Io invece parlo e dico la verità!” Esclamò l'uccello.
“Portentoso!” Meravigliato Ismael.
“E conosco anche il motivo del vostro arrivo qui.” Fece il merlo.
“Sentiamo, perchè siamo qui?” Con tono di sfida Carjan.
“Voi state cercando qualcosa...” gracchiò il merlo.
“Smettila” all'improvviso una voce alle loro spalle “o finiranno per credere a tutto ciò che dirai loro.” Era un vecchio appena arrivato.
“Siete voi Solone il filosofo?” Chiese Ahmed.
“Questa è la sua casa...” rispose il vecchio “... dunque deve esserci un Solone qui... o sono io, oppure è il merlo.”
“Badate, Altezza...” sottovoce Carjan ad Altea “... vogliono ingannarci qui... forse è tutta un'illusione...”
“Abbiamo urgenza di parlare con lui.” Ahmed al vecchio. “E non abbiamo molto tempo.”
“Rilassatevi allora...” replicò il vecchio “... nessuno ha Tempo... infatti il Tempo con ogni probabilità neanche esiste...”
“Se esistesse” intervenne il merlo “allora non sarebbe impossibile viaggiare attraverso di esso. Come facciamo con lo spazio.”
“Ora basta.” Guardandolo il vecchio. “Già ci sono troppi filosofi a questo mondo. Torna a gracchiare.”
Ed il merlo, quasi per incanto, iniziò a fischiettare e a fare versi comuni da uccello, senza più proferire altra parola.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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