Elisabeth apparve nella stanza, bellissima, come una visione.
L'ambiente era rischiarato dalla debole luce di poche candele tremolanti, come se bastasse un sospiro o un sussurro per spegnerle.
Il barone era in fondo alla sala, voltato di spalle e intento a riempire due coppe con del buon vino.
Si voltò nell'udire la voce di Elisabeth e la vide.
Era meravigliosa, come una dea.
In quell'abito rosso, generoso ed elegante, il suo corpo sembrava adagiarsi con naturalezza.
Le leggera e preziosa seta sapeva avvolgerlo con maestria e disegnare con sensualità ogni sua forma e fattezza.
E davanti a quella seducente creatura il barone rimase immobile a fissarla per un istante indefinito.
Poi le si avvicinò, porgendole la coppa col vino, mentre le candele della sala, con la loro soffusa luce che lambiva la silenziosa penombra, rendevano l'atmosfera intrisa di velato erotismo.
“Mi hanno riferito che volevate vedermi...” disse il barone “... ebbene, sono qui...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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