Guisgard restò in silenzio ad ascoltare Clio che gli sbatteva in faccia il suo odio.
Poi, d'improvviso, prese lo spillone dalla mano della ragazza.
“La vita in città mi ha conquistato, mi ha sedotto...” disse “... cos'altro vuoi che ti dica? Ho imparato ad amare la vita e ad aver timore della morte. Si, forse sono davvero un vigliacco...” annuì “... si, forse si... ma non immaginavo che per ritornare a casa, per essere accettato, sarei dovuto essere uno spadaccino infallibile, un cavaliere senza macchia...” chiuse per un momento gli occhi e sorrise amaramente “... forse sei tu ad essere abituata a uomini diversi... forse li giudichi solo da come sanno impugnare una spada...” alzò gli occhi colmi di rabbia di nuovo su di lei “... ma forse non basta essere così, no? Guardati intorno... i grandi cavalieri di Lortena neanche esistono più... e ovunque ci sono solo morti... a cosa serve dunque essere come loro? Tanto non sono riusciti neanche a difendere la loro terra!” Scosse il capo. “Vuoi uccidermi? Avanti fallo! Colpiscimi con questo spillone! Basta un colpo preciso e ben assestato, per poi vedermi ruzzolare all'indietro nell'acqua! E con un po' di fortuna neanche troverebbero più il mio corpo!” Rise beffardo. “Ammesso che qualcuno sia interessato a piangere per me... avanti, riprenditi lo spillone e sfoga la tua rabbia... perchè questo hai dentro... solo rabbia...” il tono era deciso “... anzi, ti aiuterò io... meglio morto che vigliacco, no?” Strinse lo spillone e con gesto rapido lo puntò sul suo cuore.
La fissò per un altro istante, poi chiuse gli occhi e si trafisse.
Direttamente al cuore.
E Clio vide lo spillone che per stessa mano di suo cugino penetrò a fondo nella giubba di lui, spaccandogli il petto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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