Clio aprì la giubba del suo falso cugino e vide la ferita.
Non era molto profonda, anche se comunque sanguinava.
Ma Guisgard, riaprendo gli occhi, mostrò un lieve sorriso.
“Confesso che temevo di ricevere da te il colpo di grazia...” disse fissandola.
Poi mise una mano nella giubba, all'altezza del punto in cui lo spillone l'aveva trafitto e da una tasca seminascosta estrasse qualcosa.
Un libricino abbastanza spesso da essere stato in grado di parare gran parte dello spillone.
“E' il mio diario...” mostrando quel libricino ormai squarciato al centro “... scritto durante questi lunghi anni...” con una vena d'ironia “... tienilo tu... ormai non serve più... magari dentro ci troverai l'Imone che tanto rimpiangi...” si alzò, tamponando con quel lembo di sottoveste la lieve ferita al petto “... ottimo profumo...” sentendo il profumo di quel lembo “... fortunato Froster...” rise irriverente “... e non temere, riesco ad arrivare alla mia stanza da solo... magari troverò qualche servetta disposta a medicarmi...” mostrò un inchino alla sua finta cugina “... ora scusami... per te forse non varrà niente, ma ci tengo al mio sangue...” e cominciò ad avviarsi verso la sponda del fiume.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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