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Vecchio 22-07-2014, 13.42.33   #609
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Sorrisi a Froster.
"Dovere e rigore.. Esagerato, intendevo dire che il nostro è un ambiente semplice.." Candidamente.
Così, lasciai il giardino per tornare nelle mie stanze e preparare i festeggiamenti.
Passi velocemente al tempio, per aggiornare Roland e metterlo al corrente dei miei sospetti, se quello che credevo Imone era davvero una spia di Imperion, dovevamo stare molto attenti.
Anche perché, pensai, poteva andare peggio.
Se fosse stato credibile, se si fosse comportato come Imone, probabilmente mi sarei esposta molto di più, magari gli avrei anche parlato dei Lupi.
Rabbrividii.
Non mi sarei mai perdonata una leggerezza simile.
Ma era comunque un piano geniale.
Io stessa avrei voluto conoscere la debolezza di Musain, a patto che ne avesse, e sfruttarla a mio vantaggio.
La mia debolezza era la mia famiglia, e la sete di vendetta.
Cercai in tutti in modi di distrarmi coi preparativi, di non pensare.
Ma era difficile.
Se quello non era Imone, continuavo a tormentarmi, che fine aveva fatto mio cugino? Perché quell'uomo aveva la sua spada e il diario?
Lo aveva ucciso lui?
L'avevano seppellito, o giaceva in mezzo ad una strada? E se lo avessero buttato in mare?
Mandai inviti, parlai del menù e delle piccolezze quotidiane.
Poi, finalmente, mi presi un po' di tempo per me.
Cercai di riposarmi un po', e poi mi preparai per la cena.
Sperai che l'acqua profumata del bagno potesse togliere anche il dolore, ma era una speranza vana e lo sapevo.
L'idea della festa non mi attraeva, avrei visto tutti quelli che avevano appoggiato Froster invece di resistere.
Ma avevo invitato anche qualche amica che non vedevo da molto, sperai che almeno la loro presenza avrebbe alleggerito la serata.
Indossai un fresco abito di sera nera, sfarzoso ed elegante, con dettagli in ametista.
Ero pur sempre la padrona di casa, non potevo sfigurare davanti alle altre dame.
Mi lasciai acconciare i capelli docilmente.
Guardai la mia immagine nello specchio, mentre le parole dell'uomo mi rimbombavano in testa.
Aveva ragione, ero piena di rabbia e odio.
"Non sono sempre stata così" mormorai, come se potesse sentirmi.
Una fitta mi attraversò, ricordando la Clio solare di un tempo.
Aprii un piccolo scrigno e ne estrassi una collana, non molto sfarzosa, sottilissimi fili d'argento sostenevano un'ametista lasciata grezza.
La sfiorai dolcemente.
Era il suo regalo per il mio diciottesimo compleanno.
Avevo sperato fino all'ultimo che gli dessero una licenza per la festa, ma non fu così.
"Ma se la indosserai, mi porterai con te.." Diceva il biglietto.
La sfiorai dolcemente "Sarai sempre con me.." Sussurrai.
Ero pronta, raggiunsi le mie dame "Vogliamo andare?".
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