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Vecchio 22-07-2014, 16.58.24   #611
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Clio aveva incontrato Roland al tempio, rivelando al falso sacerdote i suoi sospetti circa l'identità di Imone.
E Roland si era mostrato molto turbato da tutto ciò, condividendo in parte i sospetti della ragazza su suo cugino e la possibilità che potesse davvero trattarsi di una spia di Imperion.
I due poi si separarono e Clio cominciò ad occuparsi della festa che si sarebbe tenuta quella sera alla rocca.
Froster era rimasto favorevolmente colpito da Imone.
Il giovane Marsin, infatti, si era dimostrato un damerino imbelle, una sorta di libertino poco incline ad occuparsi di politica e dunque niente affatto pericoloso per i giochi di potere mossi dal tiranno.
Per questo voleva usare la sua presenza a Lortena a fini propagandistici.
Aveva così diffuso in tutta la capitale la notizia di quella festa e la sua volontà di voler accogliere Imone a braccia aperte, rafforzando così il suo ruolo di legittimo discendente dei Marsin alla guida della contea.
“Mia cara, siete assolutamente splendida.” Disse Froster a Clio, circondata dalle sue dame di compagnia. “E ditemi, come procedono i preparativi? Ah, non vi ho detto che ci sarà molta più gente del previsto. Infatti ho voluto omaggiare in modo degno il ritorno di vostro cugino a Lortena.”
“E quel giovane lo merita in pieno.” Aggiunse Lhar sorridendo.
Intanto, nella sua stanza, Guisgard era preda di inquietudini, dubbi e paure.
“Ormai sospetta di me...” fra se e se “... Clio non impiegherà molto a scoprire la verità... per questo non ne ha ancora parlato con Froster...” scosse il capo “... devo attendermi altri tranelli e giochi di parole al prossimo incontro e tutto per farmi tradire... sono stato un illuso a pensare di riuscire a darla a bere a tutti qui... devo andarmene da questa città... e presto...”
Decise allora di uscire e raggiunse un angolo appartato del giardino.
E qui riprese a fantasticare circa il modo di lasciare quel luogo, fino a quando, stanco di pensare, tirò fuori da una tasca la sua ocarina e cominciò a suonarla per distrarsi.
“Oh, che musica malinconica...” all'improvviso una voce.
Guisgard smise di suonare e si voltò di scatto.
“Chi è così malinconico oggi?” Chiese il vecchio Euntreo.
“Io, amico mio...” mormorò l'impostore.
“Voi, signore?”
“Già...”
“Non sapevo della vostra passione per l'ocarina...”
“Ottimo orecchio.” Sorrise Guisgard.
“Eh, gli occhi mi hanno tradito, ma l'udito è ancora buono.” Ridendo il servitore.
“Ho imparato a suonarla all'accademia...”
“Lo immaginavo.” Sorridendo Euntreo. “Ma cosa vi angustia così?”
“Tante cose...” fece il fuggitivo “... vorrei tante cose... e ora come ora saper tirare di spada...”
“Oh, bella!” Esclamò Euntreo. “Il miglior spadaccino di Lortena vuole imparare ad usare la spada!”
“Sono anni ormai che non mi esercito...”
Euntreo rise piano.
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