Elisabeth portò la mano del barone sul suo petto e l'uomo sentì sul suo palmo la vellutata e morbida pelle della donna.
E con le dita lui poteva avvertire perfettamente la forma di quei seni che l'abbondante e generosa scollatura lasciava in buona parte scoperti.
Gli occhi di de Gur finirono in quelli di lei.
Erano occhi penetranti, invadenti, bramosi.
Occhi che scrutavano i suoi, che indagavano, che a momenti apparivano eroticamente complici.
Quella mano prese allora ad accarezzare piano e a lungo il petto di Elisabeth.
“Voi parlate sempre di lei...” disse piano “... quasi fosse un fantasma che vi tormenta... ma chi siete in realtà? Chi è davvero Elisabeth? E cosa cercate qui?”
Ad un tratto la porta si aprì e de Gur tolse subito la mano dal petto della donna.
“Oh, perdonate, signore...” restando sulla soglia Panergeys “...non pensavo di trovarvi qui... credevo ci fosse solo madama...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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