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Vecchio 24-07-2014, 01.35.12   #668
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Capitolo VI: L'impostore


“Ah, la sua persona è tutt'altra cosa. Ho viste tante stranezze di lui, e se volete vi dica ciò che ne penso, vi risponderei che lo considero come uno degli eroi di Byron, che la sventura ha marcato col suo sigillo fatale; un Manfred, un Lara, un Werner, uno insomma di quegli avanzi di antica famiglia che, diseredati dalla fortuna paterna, se ne sono procurata un'altra con la forza del loro genio di avventurieri che li ha posti al di sopra delle leggi della società.”

(Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo)



“Ma...” stupita Azyle per quella proposta di Clio “... sicura? Non è da dama cortese cercare e soprattutto leggere il diario di un gentiluomo!” Sarcastica, per poi ridere. “Ma tanto so che comunque lo faresti lo stesso.” Sorrise. “E sia... se occorre ti coprirò, ma bada di far presto... Froster potrebbe volerti al suo fianco per ben figurare con gli ospiti e non è una cosa saggia farlo indispettire... su, va adesso... farò del mio meglio per coprire la tua assenza momentanea...” facendole l'occhiolino.
Nel frattempo la festa procedeva e tutti sembravano divertirsi un mondo.
E l'attrazione principale pareva essere proprio il nostro scanzonato impostore, sempre vivace nell'attirare l'attenzione dei presenti.
Nella sala infatti, per volere di Froster, che teneva non poco a fare una buona impressione sulla nobiltà di Lortena, si erano appena esibiti alcuni artisti e il tema della pantomima messa in scena era un'antica leggenda di origine Germanica.
Inutile dire che quello spettacolo aveva entusiasmato non poco gli ospiti.
“Avete udito, messere?” Yolanda a Guisgard. “Davvero interessante il mito narrato da questi artisti... il Fiore Azzurro... che cosa curiosa, non trovate?”
“E' una favola, cara contessina.” Fece Froster. “Di quelle che si narrano ai bambini prima di andare a letto.”
“Invece mi piacerebbe sapere della reale esistenza di un così meraviglioso Fiore...” con occhi sognanti Yolanda.
“Damigella...” sorridendo Guisgard “... vi dirò che molti uomini hanno cercato il Fiore Azzurro e molti altri continueranno a cercarlo.”
“E perchè mai, messere?” Domandò un'altra dama.
“Perchè da sempre l'uomo rincorre i propri sogni, milady.”
“Non vi facevo così sognatore, messere.” Sorridendo la dama.
“Tutti sogniamo, milady.” Ridendo appena Guisgard.
“Vi prego, parlateci del Fiore Azzurro!” A lui Yolanda.
“Vi dirò, damigella...” accomodandosi il bavero della giacca lui “... tempo fa, all'accademia, durante una noiosa lezione di trigonometria, composi, naturalmente per il solo mio diletto, alcuni versi proprio dedicati al Fiore Azzurro...”
“Ora, messere, siete obbligato a recitarceli.” Sorridendo una delle dame.
“Oh, si, vi prego!” Esclamò Yolanda.
“Eh, Platone soleva dire che di fronte alla bellezza ogni uomo ha il suo tallone d'Achille...” sospirò Guisgard “... farò dunque come mi imponete, mie signore...” tra l'entusiasmo delle dame.
“Il Fiore Azzurro, di Imone Marsin...” mormorò l'impostore, per poi schiarirsi la voce e cominciare a recitare:

“Senza sosta lo cercan qua, lo cercan là...
Capomazda tutta si strugge e dov'è non sa!
Che sia sbocciato dove il sogno divien sussurro,
questo meraviglioso ed inafferrabile Fiore Azzurro!”

“Che bei versi...” meravigliata Yolanda.
“Molto belli, messere.” Un'altra di quelle dame.
“Siete dunque anche poeta?” Un'altra dama ancora.
“Solo un sognatore, come qualcuna di voi ha ben notato.” Con un inchino Guisgard.
“Per me i fiori sono la cosa più inutile del mondo!” Sbottò Froster.
“Sapete, milord, che alcune popolazioni del Nuovo Mondo dai fiori ottengono una bevanda molto simile ad uno squisito liquore?” Sorseggiando del vino Guisgard.
“Allora dovremmo imparare da quei selvaggi!” Replicò il tiranno. “Almeno daremo uno scopo alla coltivazione di tutti i fiori che ci circondano!”
“Come siete cinico, milord.” Una dama a Froster.
“Solamente pratico, milady!” Puntualizzò il signore di Lortena.
“Beh, il mondo è bello perchè è vario, dice qualcuno.” Commentò il nostro impostore, per poi assaggiare ancora il vino dal suo bicchiere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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