L'Hydra avvistò Portuga e poi raggiunse il suo porto.
Da poco aveva smesso di abbattersi su quei lidi un violento acquazzone ed ora tutto appariva forse fin troppo tranquillo.
La nave di Clio approdò in una stretta insenatura, a riparo da venti improvvisi e da intempestivi transiti di velieri troppo curiosi.
L'equipaggio poi scese a terra e si recò alla locanda del Guercio, affollato raduno della peggior feccia di quei mari.
Qui, in un ambiente saturo di odore di rum, stavano diversi tipi di individui, tutti loschi e poco raccomandabili, intenti a bere, ridere, mangiare, bestemmiare e dividersi le gentili donzelle che per professione offrivano compagnia a quel genere di uomini.
E nella locanda i discorsi che Clio ed i suoi udirono non erano poi tanto sconosciuti alle loro orecchie.
“Per me sono tutte idiozie...” disse uno di quei filibustieri “... non mi stupirei se fosse tutta un'invenzione dei Capomazdesi per seminare il terrore in mare...”
“Già, dove non riescono con le loro lerce navi ammiraglie” ridendo un altro “ci provano inventandosi storie di mostri e draghi!”
Tutti risero.
“Io l'ho visto...” all'improvviso una voce “... l'ho visto davvero...”
“Ma cosa ti inventi, Petan!” Lo riprese un altro di quei pirati. “Sei guercio!”
“E pazzo!” Aggiunse un altro.
“L'ho visto...” ripetè il vecchio Petan “... anche se ho un solo occhio mi è bastato per vederlo...” scosse il capo, per poi fissare il vuoto “... esiste davvero quel mostro...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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