Simoyn rise a quelle parole di Elisabeth.
“Amica mia...” disse “... io ingannare voi? Oh, non temete... ad ingannarvi ci ha già pensato il vostro credo a quanto mi dite... se vi ha fatto conservare vergine allora vi ha anche tolto il più bel piacere della vita...” rise di nuovo “... non temete, non vi ingannerò... voi aiuterete me, ed io farò altrettanto per voi... un patto... fra donne... il vostro viaggio, che in qualche modo sarà anche il mio, si dividerà in due parti... in una io vi sarò schiava, aiutandovi a trovare ciò che cercate... e nell'altra voi sarete invece la mia schiava ed aiuterete me nel realizzare ciò che voglio... fare addormentare i maschietti?” Sorrise. “Oh, ma io vi insegnerò a fare molto più... vi insegnerò come dominarli e renderli vostri succubi... voi sarete me... piano piano, ma inesorabilmente...”
Portò allora Elisabeth in una stanzetta adiacente, che appariva diversa dal resto della casa.
Era infatti arredata con mobili intarsiati, sedie di ebano e vasellame di porcellana.
E poi lampade di cristallo in cui bruciavano oli profumati, quadri con scenari esotici e peccaminosi, uccelli impagliati dal vivo e intrigante piumaggio, essenze dagli odori inebrianti e tappeti fatti di pelli e oro.
E qui Simoyn cominciò a preparare la sacerdotessa, col chiaro intento di renderla simile a lei.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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