Elisabeth lasciò quella stanza e salì fino alla sua camera.
Non era mai stata in quel luogo e ovviamente non conosceva quel faro, eppure sapeva muoversi al suo interno come se avesse vissuto là da sempre.
Raggiunse così il suo giaciglio, dove poté riposare.
In breve il sonno la raggiunse e sognò.
La scogliera era brulla ed il vento che soffiava dal mare pareva volerla rendere ancora più arida e desolante.
Elisabeth era sulla cima, fissando le inquiete onde che andavano ad infrangersi spumose contro i bassi scogli.
Ad un tratto dei passi alle sue spalle.
Si voltò e vide Symoin.
Indossava una lunga veste, ornata all'altezza del collo da una meravigliosa pelliccia di ermellino che incorniciava una generosa scollatura..
“Impara...” disse la donna alla sacerdotessa “... ciò che ti circonda ti appare sempre e solo come uno specchio...” sorrise “... uno specchio che riflette il tuo stato d'animo, le tue sensazioni, le tue emozioni e talvolta i tuoi desideri...” guardò il mare inquieto “... il mare ti appare agitato solo perchè dentro di te sei agitata... la donna sta lottando con la sacerdotessa... con i suoi istinti, i suoi sussulti, decisi ad abbattere la folle austerità che ti imprigiona...” rise appena.
Elisabeth allora tornò a guardare il mare, ma qualche istante dopo cominciò ad udire qualcosa.
All'inizio pensava fosse il vento, ma quel sibilo pian piano iniziò a mutare, divenendo gemiti, sospiri, grida, risate.
Seguì allora tutto ciò ed arrivò ad una piccola grotta.
Vi entrò e vide, al chiarore di una torcia, sdraiati sulla roccia fredda due corpi nudi, uniti dalla medesima danza fatta di piacere e passione.
E riconobbe quei due corpi: erano Symoin e Nettuno.
Un lieve alito di vento alla finestra ed Elisabeth si svegliò di colpo.
Era notte fonda e le immagini di quel sogno, così reale ed intenso, erano ancora fisse nella sua mente.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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