Clio si sedette insieme agli altri intorno a quella ricca tavola, assaggiando quel cibo e gustando quel vino.
Naturalmente gli occhi di tutti erano solo per lei.
Avere a bordo una bella ragazza non era probabilmente cosa di tutti i giorni e quel vestito faceva poi il resto.
“Champenuan...” disse Afiel “... come mai hai cucinato un piatto di pesce? Certo era squisito, ma al capitano tutti sanno che piace più la carne.”
“E chi lo ha detto?” Fissandolo Morice, un altro della ciurma.
“Tutti lo sanno.” Annuì Afiel.
“Non è vero.” Scosse il capo Luk, un altro di loro. “Al capitano piacciono i cibi buoni.”
“Forse preferisce la carne al pesce” mormorò Miseria “ma di fronte ad un piatto buono non muove certo critiche.”
“Parole sante!” Esclamò Champenuan.
“Ma dov'è ora il capitano?” Chiese Afiel.
In quel momento nella stanza entrò un omone.
Era alto, grosso e dal volto accigliato.
“Ehi, Ammone!” Guardandolo Irko. “Dov'è il capitano?”
“Stasera è inquieto.” Rispose l'omone, per poi sedersi a tavola e mangiare con loro.
“Inquieto?” Ripetè Miseria.
“Si, malinconico.” Annuì Irko. “Questo intendeva Ammone.”
“Perchè è triste?” Domandò Afiel.
“Malinconico non vuol dire triste.” Rispose Irko.
“Che differenza c'è tra malinconico e triste?” Bevendo Miseria.
“O anche con nostalgico?” Mangiando Morice.
“Lui non è un uomo di mare.” Sentenziò Irko. “E' stato costretto a diventarlo.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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