Tutti applaudirono nella sala a quella rivelazione fatta da Velv.
Fu un lungo applauso che echeggiò vivace fra i tavoli, lo sfarzo, la bellezza e la nobiltà di quell'ambiente.
Poi il duca si alzò e nella sala calò il silenzio.
“Com'è risaputo” disse Dominus “spetta a me decidere riguardo al matrimonio di ogni mia dama di corte, oltre che a quello di ogni mio familiare. Ma è altrettanto noto che lady Altea è la mia pupilla, la vera signora di questo palazzo e la padrona della Domus Ardeiana (ossia la parte privata del Palazzo dei Taddei, dove solo pochissimi privilegiati erano ammessi)... ella è la mia architetta, la mia arredatrice, nonché maestra di buongusto e raffinata esteta personale.” Sorrise. “Tempo fa, rammenterete, decisi di rimandare indietro dei preziosi mobili in ebano e madreperla, solo perchè mal si legavano al verde dei suoi occhi.” Strappando sorrisi compiaciuti agli ospiti. “Dunque, capitano Velv, comprenderete che mai imporrei nulla alla mia pupilla. Nessun mobile o quadro, figuriamoci un marito.” Rise piano. “Sarà allora lei a scegliere. Sarà lady Altea a decidere se accettare o meno la vostra proposta di matrimonio, capitano. Da parte mia, se ella acconsentirà, non vi negherò di certo la mia Benedizione e neanche la mia generosità.”
“Grazie, milord.” Con un inchino del capo Velv.
“Ma lascerò che lady Altea” tornando a sedersi il duca “decida con calma. Rifletterà dunque stanotte e ci comunicherà la sua decisione domattina a colazione. Ora che riprenda la festa.”
Al duca infatti non era sfuggita l'espressione di sorpresa e disappunto, alla rivelazione di Velv, sul volto di Altea.
La serata proseguì così, come se nulla fosse, fino a quando la festa terminò e gli invitati lasciarono il palazzo.
Il duca si ritirò nei suoi appartamenti e lo stesso fecero tutti gli altri nel palazzo.
Altea compresa.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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