Cosa non si trova nella casetta di montagna in cui abbiamo passato le interminabili estati dell’infanzia.
Durante la mia brevissima visita, questa settimana, ho scovato in un cassetto un foglio di quaderno, scritto da me non so quanti anni fa, ma probabilmente una decina, quando ancora credevo che bastasse un quaderno per scrivere i miei pensieri.
E’ un racconto, o meglio una specie di favola di cui non avevo assolutamente memoria.
Devo dire che mi ha colpito e sorpreso molto, perché mi sembra troppo incoerente e non riesco a trovarle un senso.
Per di più è incompleta.
E io non ho la più pallida idea di dove volesse andare a parare la storia, che mi sembra scritta appositamente in una forma molto fiabesca e semplificata. (Almeno, spero che sia voluto..)
Così, ho pensato di continuarla.
Ma la storia si interrompe proprio prima di un enigma.
A questo punto, che senso ha scrivere semplicemente un enigma da inserire nella storia, quando lo si può far vivere in questo splendido angolo di Camelot?
Sempre che qualcuno abbia voglia di provare a risolverlo, (e che io sia stata in grado di costruirlo decentemente)

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C’era una volta, in un paese lontano lontano, una guerriera dai capelli dorati.
Un giorno, mentre vagava per la foresta incontrò un bellissimo principe che andava a caccia con i suoi amici, e se ne innamorò perdutamente.
Lo seguì furtivamente fino al suo bianco castello e vide che ad attenderlo c’era una bellissima e soave principessa dai capelli corvini e dalla carnagione bianca come il latte.
Si recò allora dalla maga Tyche per chiederle aiuto.
La maga le disse che in una grotta sul Monte Ghiacciato era custodita una pietra capace di dare a chi la indossa le sembianze di un’altra persona.
Ma le disse anche che per arrivare alla pietra avrebbe dovuto superare tre prove molto ardue per testare le sue capacità.
Le tre prove erano: forza, intelligenza, convinzione.
La guerriera accettò di buon grado, se avesse preso le sembianze della fanciulla avrebbe avuto l’amore del principe.
E piena d’amore si incamminò verso la Montagna Ghiacciata.
Dopo tre giorni e tre notti di duro cammino giunse ai piedi della montagna, ma davanti a lei, nella pianura, c’era un leone alato che ruggiva e le intimava di tornare indietro.
Ma lei aveva combattuto contro interi eserciti e non sarebbe stato certo un leone alato a spaventarla. Così, con l’immagine del principe fissa nel cuore, sfoderò la sua lunga spada, impugnò lo scudo, e si gettò all’attacco.
Il combattimento durò fino al tramonto poi, mentre la luna si alzava nel tetro cielo a illuminare la valle il leone alato stramazzò al suolo e la guerriera dai capelli dorati guardò la luna e pensò al suo dolce amore.
E il suo sorriso illuminò l’intera valle.
Ma ora l’attendeva la seconda prova: quella dell’intelletto.
Non appena il sole sorse cominciò a scalare la montagna e quando arrivò in cima vide l’entrata della grotta ma essa era bloccata da una lastra di roccia sulla quale vi era inciso il seguente enigma.
Sono rossa, o anche bruna
Più luminosa della luna
Sono sacra, non sol profana
Son gigante oppure nana
Mi trovi sui monti e in fondo al mare
Dimmi chi sono e ti lascerò passare
Lei ci pensò e ripensò per ore, provando e riprovando.
Ma poi, d’improvviso, capì, e tutto ebbe senso.
Così, pronunciando ad alta voce quella parola, la porta magicamente si aprì, rivelando l’interno della caverna, tetra e oscura.
(Continuerà… in che modo, non si sa..)