“Non possiamo intervenire, Altea...” disse il nonno “... ma solo aspettare...”
“Perchè avete fermato il duello, milord?” Chiese Velv.
Ma Dominus non si curò di lui.
“Mostrami quella spada...” rivolgendosi invece a Guisgard.
“Non farlo, o sarai disarmato!” Gridò Irko.
Ma Guisgard lo tranquillizzò con un cenno del capo e lanciò poi la spada ai piedi del duca.
Questi la raccolse e cominciò ad osservarla con attenzione.
“Non è la spada vera!” Esclamò poi.
“E' la spada vera.” Disse Mandus. “E' Mia Amata, milord.” Avvicinandosi al duca.
“Non prova nulla!” Scuotendo il capo Dominus. “Può averla rubata o acquistata!”
Nessuno replicò.
“Io...” fece il duca “... io... devo... devo meditare... voi...” ai suoi soldati “... non perdetelo di vista... a nessuno di loro...” e si ritirò nel palazzo.
Raggiunse allora le segrete, fino alla stanza dove viveva la vecchia megera.
“E' tornato dall'Inferno...” entrando il duca “... è tornato come un fantasma per tormentarmi...” e mostrò la spada alla strega.
“Allora...” osservando l'arma lei “... noi faremo in modo che ritorni all'Inferno... e stavolta per restarci per sempre...”