Guisgard prese il vaso d'oro e tornò verso la Santa Caterina.
Qui i soldati della Guardia Ducale circondavano ancora il vascello ed il suo equipaggio.
“Guisgard...” disse Irko vedendolo tornare “... allora, cosa è accaduto?”
“Ve ne parlerò dopo.” Rispose lui. “Saliamo a bordo... ripartiamo subito.”
“E questo vaso?” Indicando il vaso d'oro Miseria.
“Vi spiegherò tutto più tardi.” Fece Guisgard. “Avanti, tutti ai propri posti.”
“Guisgard...” chiamandolo Afiel “... e lei?” Facendo segno ad Altea.
“Ah, già...” annuì il presunto Taddeide “... milady, ascoltate...” rivolgendosi alla dama “... io non so se lo abbiate letto nei libri o se sia frutto della vostra immaginazione, ma essere venduta come schiava è una fine piuttosto discutibile e poco gradevole.” Sarcastico. “Dunque vi consiglierei di valutare qualche altra prospettiva circa il vostro futuro. Comunque, io non posso certo andare a Bivar, rischiando di ingaggiare battaglia con i negrieri per un vostro capriccio. Scegliete allora un'altra destinazione ed io sarò lieto di condurvici. Ah, stavolta, per cortesia, evitate di mettermi al corrente di ciò che avete deciso circa il vostro destino. Non mi mette di buonumore sapere che una donna libera prende la brillante idea di voler diventare schiava.”
Miseria rise.
In quel momento un uomo si avvicinò al vascello.
“Messere...” fissando Guisgard “... il mio nome è de Raybot... io non so chi voi siate, ma se davvero nelle vostre vene scorre sangue Taddeide allora vi imploro... mia figlia è stata rapita dai pirati e temo per la sua vita... il suo nome è Yolanda... vi scongiuro, aiutatemi...” in lacrime.
“Mi spiace per vostra figlia...” mormorò Guisgard “... ma tutto ciò che posso dirvi è di aver Fede in Dio... vi auguro di ritrovarla...”
Fece poi cenno ai suoi di salire a bordo.
La Santa Caterina era pronta a ripartire.