“Io non intendo andarmene.” Disse Yolanda.
Si avvicinò allora alle varie porte, fino a quando non riconobbe quella da cui proveniva la misteriosa voce.
“Non potete entrare!” Esclamò Cid.
“E chi l'ha detto!” Decisa Yolanda.
Allora aprì la porta ed entrò.
Era una stanza che mostrava una sontuosità negli arredi degna di un alloggio nobiliare.
Le pareti facevano sfoggio di stoffa turca di un raffinato e prezioso porpora, intessuta di gigli verde oro.
Dal soffitto scendeva un'elegante lampada di maiolica di Amalfi, smaltata e dai colori vivissimi.
Sulle pareti erano inchiodati, come trofei di guerra, pregiati foderi alla moda Bizantina e laminati d'argento, con armi di vario tipo e cultura, dalle impugnature intarsiate con gemme preziose e rarissime.
E sul pavimento era steso una magnifico tappeto ottomano, morbido e profumato al punto che due amanti, se l'avessero voluto, avrebbero potuto giacere su di esso e fare l'amore.
Poi ovunque, su un basso tavolino, su un comò indiano e su alcune poltrone foderate al gusto greco, vi erano calici di cristallo, scodelle di ottone, monili d'agata e di giada, vassoi d'oro, piatti di porcellana giapponese e posate di notevole fattura ed eleganza.
“Sembra la stanza di un principe...” mormorò Cid.
“Si...” annuì meravigliata Yolanda.
“Che insolenti!” brontolò la misteriosa voce. “La vostra scortesia non ha limiti!”
I tre si guardarono allora intorno, ma non videro nessuno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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