Quel fiume di parole di Elisabeth e poi quel bacio.
Nettuno ne restò sorpreso.
Era stato come un sigillo, per marchiare a fuoco uno schiavo.
Questa almeno era l'intenzione della falsa Symoin.
Ma forse Nettuno era uno schiavo ribelle.
“Donna...” disse, prendendola per le braccia e strattonandola con vigore “... ma chi sei? Chi sei davvero? Un'incantatrice? O una pazza? O forse entrambe le cose!” La fissava negli occhi. “O magari il pazzo sono io... o vuoi rendermi tale...” e dagli occhi cominciò a guardarle la bocca.
Allora la strinse a sé e la baciò con mascolina passione, con energica virilità.
Il corpo di lei era stretto a quello di lui.
Il mantello era caduto a terra per la foga di quel bacio ed Elisabeth si ritrovò di nuovo con indosso solo quel vestito leggero che ora il fresco vento del mare faceva alzare ed aprire, mostrando parte delle sue gambe.
“D'accordo...” lasciando Nettuno che le sue labbra si allontanassero da quelle di lei “... hai vinto... ti porterò con me... ma sappi che comando io adesso... che deciderò io soltanto dove andremo e cosa faremo... intesi?” Guardandola nuovamente negli occhi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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