Galgan avanzò verso quei due uomini a cavallo.
Procedevano stancamente verso la chiesa, avvolti dall'aria cupa ed umida di quel giorno velato e silenzioso.
Un lieve vento si era alzato e a stento, accarezzando quasi con timore le cime dei secolari alberi della tundra, pareva lambire l'oppressivo manto di alte e scure nuvole che ricoprivano il cielo ed opprimevano la terra.
Come se qualcosa di tetro ed inesorabile avvolgesse quel primordiale mondo, raffigurandolo con i tratti della superstizione e della paura.
I due avanzarono fino a raggiungere Galgan.
“Salute a voi, buon monaco...” disse uno dei due all'eremita “... che San Raffaele Arcangelo, protettore dei viaggiatori, possa ricoprirvi con la sua benevolenza per l'ospitalità che ci offrirete.”
Indossavano lunghi mantelli e le loro teste erano avvolte da austeri cappucci.
“Giungiamo in queste lande” continuò l'uomo “dopo un lungo ed infruttuoso errare... il mio nome è sir Belven di Capum e questi” indicando il suo compagno di viaggio “è Jone Settimio, mio scudiero...” e con una mano, aprendo il suo mantello, mostrò lo stemma della Croce Diocesana cucito sulla sua tunica.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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