Galgan cominciò a sellare Pegaso, mentre la luce del giorno, luminosa e dorata, penetrava tra le vecchie assi della stalla, attraversando e tagliando la polvere che si alzava tra il fieno e i sacchi ammassati a terra.
Poi dei passi e sulla soglia apparvero Belven e Jone.
Ringraziarono ancora una volta l'eremita e lo aiutarono con i cavalli.
“Anche Giacobbe” disse poi Belven “dovette trascorrere sette anni di lavoro prima di poter ottenere la sua amata Rachele.” Sorrise. “Ora siete stato chiamato a lasciare il vostro eremo per raggiungere lo scopo per il quale siete nato. E sta a voi comprendere e scoprire quale sia.”
Salirono poi in sella ai loro cavalli e lasciarono quel luogo.
E pian piano quel che era stato il giaciglio di Galgan, rifugio dalle inquietudini e dai richiami del mondo, prese a scomparire tra la fitta vegetazione, come se quella vecchia vita avesse concluso il suo scopo.
Uno stretto sentiero li guidò così attraverso il bosco, che quella fresca e soleggiata giornata sembrava aver animato in ogni sua fattezza.
Poi quel sentiero divenne strada ed in lontananza scorsero delle abitazioni.
“Deve trattarsi di qualche piccolo borgo.” Fece Belven.
Continuarono fino a quando giunsero in un semplice villaggio.
Poche casupole che circondavano un spiazzo che doveva fungere da grossolana piazzetta, con al centro una chiesetta e poco distante una rustica osteria.
E sulla staccionata alcuni individui discutevano fra loro animatamente.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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