Dalla fortezza, Clio e gli altri potevano vedere il porto ed il piccolo bordo bersagliati dalla pioggia incandescente generata dai cannoni della nave di Picche.
Alcuni abitanti dell'isolotto erano rimasti là, convinti di potersi salvare chiudendosi in bettole o scantinati.
Ma non fu così.
Tutto il borgo, in pochi minuti, fu fatto saltare in aria a colpi di cannonate.
“Vigliacchi...” disse con astio Emas.
Nel frattempo, sulla nave di Picche, Burmid osservava compiaciuto quello spettacolo di morte.
“Ora la nave pirata... hihihihihihihi...” ordinò ai suoi.
“Signore, perchè?” Chiese Samoa.
“Perchè no?” Fissandolo Burmid. “Avete forse pietà per quei cani?”
“No, li detesto.” Rispose Samoa. “Soprattutto quella sciocca ragazza. Ma a bordo vi è un mio compagno e...”
“Ah, sciocchezze.” Sentenziò Burmid. “Quella nave è ferma nel porto, non vi sarà più nessuno a bordo.”
“Allora perchè attaccarla?” Domandò Samoa.
“Così nessuno penserà ad una possibile fuga dall'isolotto...” sorridendo Burmid “... ormai è deciso... sarà la loro tomba... hihihihihihihi... basteranno pochi colpi all'albero maestro... hihihihihihihi...”
Un attimo dopo tre cannonate raggiunsero l'albero maestro dell'Hydra, spezzandolo in due.
Tutto ciò sotto gli occhi di quelli nella fortezza.
“Bastardi!” Gridò Emas.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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