La Santa Caterina atterrò nella fortezza e subito tutta la gente la circondò.
Il boccaporto si aprì e l'equipaggio scese a terra.
Guisgard, Altea e gli altri si ritrovarono così in mezzo a quella gente.
“Ho visto il porto...” disse il presunto Taddeide “... devastato... ci sono molti morti?”
“Si...” annuì uno dei presenti.
“E' colpa vostra!” Avvicinandosi a lui un ragazzo. “Solo colpa vostra! Dove eravate mentre ci attaccavano?”
“Sta zitto, Baris!” Lo riprese uno dei presenti.
“Invece non sto zitto!” Gridò Baris. “Deve capire che è solo colpa sua! Deve comprendere che per il suo egoismo qui ora ci sono solo dei morti!”
“Calmati, ragazzo.” Fissandolo Guisgard.
“Perchè?” Con rabbia Baris. “Perchè la verità vi fa male? Giocate a fare il duca, l'avventuriero, il grande eroe, senza preoccuparvi degli altri! E' colpa vostra e della vostra nave se hanno scoperto l'isolotto!” Era furioso. “Ma rammentatelo... rammentatelo che non siete nessuno... non siete niente... non vi accettano né a Capomazda, né a Sygma... anzi, potete scordarvela Sygma!”
Nel frattempo, nella stiva dell'Hydra, Clio era accanto a Barbaleone bloccato sotto un grosso barile fracassato.
Poi arrivò qualcuno.
Era Emas.
“Capitano...” disse fissando Clio “... ho portato Vivas sul ponte, è ferito... ma la nave di Picche si è ritirata e sono sceso a cercarvi...”
Si guardò intorno è vide solo morte.
“Dobbiamo andarcene, la nave imbarca acqua...” avvicinandosi a Clio “... oh, Cielo...” accorgendosi di Barbaleone sotto il barile.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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