La voce di Galgan risuonò inclemente su quegli uomini che non proferirono parola.
E restarono così, muti, a capo chino, mentre le tre figure a cavallo svanirono lungo il sentiero che conduceva verso il bosco.
Una bassa foschia avvolgeva quella vegetazione, mentre le luci del mattino, avanzando, parevano ricacciare indietro le ombre e le inquietudini della notte da poco trascorsa.
Il bosco, dai tratti primordiali, circondava i tre tra i versi lontani di fiere selvagge e il lento sibilo del vento fra le foglie degli alberi.
“Quegli uomini” disse Belven, rompendo così il silenzio che aveva dominato fra di loro fino a quel momento “sono poco più che ignoranti. Ma tra simili individui ama predicare il nostro nemico. Tra i confusi, gli stolti e gli incolti. Egli possiede la seduzione della parola, la pacatezza nell'esporre e profonde conoscenze delle discipline naturali, che astutamente confonde con la menzogna per trarre in errore chi si ferma ad ascoltarlo. E voi ben avete fatto” fissando Galgan “ad intimorirli ed ammonirli.”
Ma proprio in quel momento, giungendo in una radura irregolare, i tre si ritrovarono davanti ad una piccola abitazione eretta quasi nel ventre del bosco.
E seduto davanti alla porta d'ingresso vi era un uomo anziano.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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