“Bene.” Disse Guisgard a Clio, mentre scendevano verso gli alloggi ufficiali. “Così saremo certi che l'isolotto non resterà incustodito e indifeso.” Raggiunsero il grande corridoio, sul quale si aprivano le varie cabine. “Anche se i tuoi uomini proprio non li capisco... accettano così di buon grado di perdere il loro capitano? Che sciocchi...”
Ma in quel momento si udirono delle grida.
“Ma che diavolo...” mormorò il capitano “... vieni, andiamo a vedere...” fissando Clio.
E un attimo dopo si ritrovarono davanti alcuni uomini e Yolanda fuori di se dalla rabbia.
“Cosa sta succedendo?” Chiese Guisgard.
“Ecco...” fece Miseria.
“La verità” ridendo Pepe “è che siete un uomo assai fortunato, capitano.”
“Davvero?” Guardandolo il presunto Taddeide.
“Eh, sempre insieme a belle ragazze.” Rispose Pepe, indicando Clio. “E poi pare che altre due scalpitino per entrare nella vostra cabina. Qual'è il vostro segreto?”
“Il vostro spirito è del tutto fuori luogo.” Replicò Guisgard.
“Ho detto il vero, capitano.” Annuì Pepe. “Guardate pure, se non mi credete...”
“Perchè gridate voi?” Guisgard a Yolanda.
“Perchè Altea si è intrufolata nella vostra cabina!” Esclamò Yolanda.
“E voi come fate a saperlo?” Domandò Guisgard.
“Beh...” farfugliò la damigella “... ecco... avevo udito dei rumori, passando... e così mi sono incuriosita... sono entrata e ho trovato Altea nel vostro letto... a quel punto, vistasi scoperta, mi ha tagliato un boccolo e poi messa alla porta.”
“E' la verità?” Mormorò Guisgard.
“Lo giuro!” Baciandosi le dita Yolanda. “Mi credete capace di mentire?”
“Va bene.” Annuì il capitano. “Tornate pure nella vostra stanza. Ci penserò io.”
“Cacciatela dalla nave!” Decisa Yolanda. “E voi cosa ci fate qui?” Accorgendosi solo in quel momento di Clio.
“Accompagnate madamigella nella sua cabina.” Ordinò Guisgard a Miseria e a Pepe.
E così fecero.
Il capitano allora condusse Clio ad una cabina vicina e ne aprì la porta.
“Questa è la tua cabina...” mostrandola alla ragazza “... dalla finestra puoi vedere l'Est e dunque l'alba...” sorrise “... e non è lontana dalla mia... così potrai sentirti più sicura, visto che volevi proteggermi... al minimo assalto potrai intervenire.” Le fece l'occhiolino. “Anche se, a quanto pare, la mia cabina non è molto tranquilla ultimamente.” Rise piano. “Ora vado. Riposati, tra poco partiremo.”
La salutò ed uscì.
Tornò davanti alla porta della sua stanza e bussò.
“Siete ancora là?” Rivolgendosi ad Altea dentro. “Posso entrare? Siete presentabile?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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