I due contendenti, a quelle parole di Galgan, si scambiarono un veloce sguardo.
Poi tornarono entrambi a fissare il cavaliere.
“Essendo voi” disse il primo dei due al nuovo arrivato “Cavaliere di Cristo” segnandosi tre volte “è giusto che riceviate da noi una risposta in merito a quanto domandate. E magari poi farete da arbitro alla nostra questione.” Annuì. “Il mio nome è Caio e costui” indicando l'altro sfidante “è Tizio, mio fratello. Siamo entrambi cavalieri di un potente barone ed assegnati da lui alla guardia di sua figlia. Ed ella è il motivo della nostra disputa. La ragazza è stata chiesta in moglie da due uomini, entrambi innamorati di lei. Uno è un ricco borghese, l'altro un semplice musico. Ella è invero indecisa su chi scegliere, poiché l'uno presenta vantaggi che l'altro non mostra e viceversa. Questo almeno agli occhi di lei. Ebbene, per il bene della figlia del nostro signore, noi siamo qui a batterci, poiché ella ha chiesto il nostro parere. Io affermo che il borghese, assicurando alla ragazza un devoto e sincero sentimento, con una tranquillità economica stabile e duratura, sia il marito da scegliere. Sbaglio forse?”
“Si!” Intervenne l'altro. “Sbagli, poiché io so per certo che il musico ama molto di più quella ragazza. Molto di più di quel borghese che, sebbene sincero ed innamorato, non può offrirle lo stesso Amore. Perchè è risaputo che gli uomini non sanno amare tutti allo stesso modo.”
“Fandonie!” Esclamò Caio. “L'amore è sempre amore!”
“Ti inganni!” Gridò Tizio.
E quasi i due arrivarono di nuovo alle mani davanti a Galgan che li fissava.