Alzai gli occhi al cielo ridendo a quelle parole sul fatto che non avrebbe lasciato scendere due donne.
"Ma per favore.." Esclamai, divertita "Abbiamo Ammone, l'hai detto tu.." sorridendo all'omone.
Poi Guisgard mi si avvicinò, e parlò sottovoce.
Sentii il cuore accelerare, l'aveva notato, contrariamente a quello che pensavo.
Ma se l'avevo fatto c'era un motivo, non volevo che vedesse le mie ferite.
Non avevo alcun diritto di parlare, anzi, avevo promesso che non avrei più parlato del passato o dei miei sentimenti.
Dopotutto poteva fare quello che voleva, perché avrebbe dovuto avere riguardo se c'ero io? Perché evitare di ferirmi?
Ero solo un membro dell'equipaggio, e non potevo permettere alle mie emozioni di sopraffarmi.
Volevo stargli accanto ed ero lì, dovevo già ritenermi abbastanza fortunata così.
"Naturalmente.." Mormorai piano, col suo stesso tono sarcastico "Dopotutto, è quello il mio posto..".
Ma era già passato a parlare con la dama successiva.
Una dama con tutte le qualità che io non avrei mai avuto.
Era inutile che mi illudessi.
Ecco, appunto!
Complimenti, Clio, sai davvero come farti del male da sola.
Perché diavolo non sei scappata il più lontano possibile?
Era così anche allora, cosa ti aspettavi?
Già, ma io avevo vissuto per anni in un limbo fatto di sogni e ricordi.
Avevo dimenticato quanto fosse difficile.
Ma poi lo vidi sorridere, anche se stava sorridendo a lei, e compresi perché aveva senso sopportare tutte quelle emozioni contrastanti che dovevo tenere ben nascoste.
Perché standogli vicino avrebbe sorriso anche a me, come aveva fatto quella mattina.
E bastava, era sempre bastato a rendermi felice quel sorriso.
Infondo, avevo avuto ben più di quando avrei mai sperato.
Cercai di evitare che il ricordo della sera prima, di quel meraviglioso tramonto mi avvolgesse, cercai di concentrarmi sul presente.
Fu l'entusiasmo di Pepe a scuotermi, facendomi ridere tra me e me. Dopotutto, mi stava proprio simpatico.
Così scendemmo a terra, diretti da quest'indovina.
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