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Vecchio 17-10-2014, 02.12.50   #2009
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Naturalmente appena Altea si presentò sul ponte, con quel costume da sensuale zingara, tutti gli occhi furono per lei.
I capelli divenuti corvini, la pelle liscia e bianca come porcellana e gli occhi chiari come quelli di una colomba attirarono in un attimo l'attenzione dei presenti.
Il corpo era affusolato, così ben avvolto da quell'abito stretto e leggero, formato da una semplice camicia di lino, che lasciava nude le braccia fino ai gomiti e sul davanti una generosa scollatura che dava ben poco spazio alla fantasia.
Le gambe, lunghe e snelle, coperte da quella lunga gonna di cotone rosso, ma ben in vista con l'ampia ed audace spacco che si apriva tra gli sbuffi.
“Però...” guardandola Miseria “... dovranno essere tutti dei santi ad Auroria per non saltarvi addosso, milady!” Guardandola. “Dico bene, compare?” Rivolgendosi poi ad Afiel.
Ma questi era rimasto letteralmente senza parole nel vedere Altea con quell'abito.
Poco dopo arrivò anche Pepe col suo saio.
“Per la miseria!” Dopo aver lanciato un bel fischio di meraviglia. “Lady Altea, come faremo a difendervi dai malintenzionati? Anche perchè, guardandovi così, beh, di cattive intenzioni ne vengono in mente anche a me!” Ridendo.



Nel frattempo, nel corridoio che dava poi alle scale per raggiungere gli alloggi ufficiali, Guisgard e Clio parlavano in disparte.
“Lo sai...” sussurrando lui e sfiorandole i fianchi con un leggero tocco delle dita “... lo sai che la pirateria ti ha fatto diventare... come dire? Cattiva ragazza?” Sorrise in un sospiro e la sua voce divenne bassa. “Infatti è vietato tentare il capitano...” le sue dita accarezzavano piano, come lievi carezze, i fianchi di lei “... potrei farti mettere ai ferri, ragazza...” e nell'avvicinare il volto al suo, i capelli di lei toccarono il viso di lui “... sai, la volta in cui ti misi indosso quella camicia da notte pensavo che nulla potesse starti tanto bene... ma vedendoti ora con questo vestito, beh, devo quasi ricredermi...”
Clio, infatti, con quell'abito sembrava una di quelle deliziose ragazze che si possono vedere sui piccoli moli di borghi marinari, candide, ma allo stesso tempo innocentemente maliziose, che trascorrono lunghi pomeriggi a fissare il mare con occhi sognanti in attesa di veder ritornare il proprio amato.
Ninfe che guardano il mare e indifferenti, con quel tipico egoismo giovanile e incantevole che da l'Amore in fiore, a tutto il resto che le circonda.
Era un abito semplice, chiaro e dalla stoffa leggera, che sembrava fatto apposta per lei, poiché si sposava magnificamente con i suoi colori, fatti dei suoi capelli biondi come il grano, gli occhi azzurri e vellutati e le labbra di vivo corallo.
E Guisgard, fissando il suo sguardo languido, leggeva forse in quegli occhi una luce mattutina e sconosciuta, una lieve agitazione di emozioni e sensazioni, una fresca brezza fatta di giovinezza e sogni.
Le sue dita allora, dai fianchi, salirono a carezzarle le braccia.
Sue e giù, come un'infantile moina, di tenerezza e passione insieme.
“Ho paura che tu abbia già rubato il mio sguardo oggi...” in un bisbiglio lui.
Sorrise di nuovo.
“Su, porta Cid da Irko e dagli altri...” aggiunse, per poi lasciarla e dirigersi verso la sua cabina.
Ma voltandosi indietro a guardarla ancora una volta.
Clio così, prese Cid e lo condusse sul ponte di comando, presentandolo agli altri.
E dopo la sorpresa generale di avere a bordo un nuovo passeggero, il ragazzo fu accolto dall'affetto di quegli uomini.
Poco dopo, sul ponte giunse anche Guisgard col suo costume da musico.
Era un abito poco appariscente, con una giubba verde stretta in vita da una larga e consumata cintura di pelle, pantaloni aderenti ed alti stivali di cuoio.
Un mantello di un rosso scuro completava quel travestimento.
“Bene, sono pronto.” Fissando tutti loro. “Milady...” notando Altea ed il suo abito da zingara “... guardandovi temo che tutti vi chiederanno di leggere loro la mano.” Facendole l'occhiolino. “Tu devi essere il nuovo passeggero.” Rivolto poi a Cid.
“Si, signore.” Annuì il piccolo.
“Sai che ora dovrai meritarti il soggiorno a bordo, vero?”
“Si, capitano.” Deciso il ragazzino.
“E che non potrai lamentarti della cucina, giusto?”
“Si, signore.”
“Bene.” Per poi ridere Guisgard. “Mi raccomando, in mia assenza ascolta tutto ciò che ti diranno questi gentiluomini” indicando la ciurma “ma evita accuratamente di imitarli, intesi?”
Tutti risero.
“Benvenuto sulla Santa Caterina, ragazzo.” Dandogli la mano il capitano, mentre gli occhi di Cid si illuminarono.
Alcuni minuti dopo, Guisgard, Clio, Altea e Pepe lasciarono il vascello e scesero a terra, per poi imboccare subito la direzione indicata dal pastore, diretti verso la misteriosa Auroria.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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