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Vecchio 20-10-2014, 18.34.35   #2047
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“No, assolutamente.” Disse divertito Pepe ad Altea. “Non sono una donna. Ma se volete” facendole l'occhiolino “posso sempre dimostrarvelo.”
“Bada” fece Guisgard “che i monaci non parlano così.”
“E allora” replicò lesto Pepe “non dovevi farmi cadere in tentazione, mettendomi accanto una gitana così seducente.” Ridendo.
“Tu allora resisti ad ogni tentazione.” Scuotendo il capo Guisgard, per poi sorridere. “I capelli vi sono tornati biondi...” rivolgendosi poi ad Altea “... è stato l'enigma o forse la paura di non superarlo?” Ironico.
“A me piace sia mora che bionda.” Annuì Pepe.
Avevano superato la porta e quel grosso muro che pareva voler racchiudere ed isolare dal resto del mondo l'altra metà della boscaglia.
Era questa una parte molto più selvaggia e primordiale, con sterpi e rovi che crescevano ovunque, alberi che intrecciavano fra essi i propri rami ed il prosieguo del sentiero quasi del tutto ingoiato da quell'ancestrale scenario.
“Sembra che qui non vi passi nessuno da molto tempo...” guardandosi intorno Pepe.
“Già...” annuì inquieto Guisgard.
Giunsero infine davanti ad un piccolo dosso naturale, coperto da rampicanti.
Guisgard lo scavalcò per primo e poi aiutò Altea prima e Clio dopo a fare altrettanto.
“Su, datemi la mano...” ad Altea “... sperando che non siate troppo in collera con me al punto da tirarmi giù da qui.” Ridendo.
“So che sei agile e capace di farlo da te” aiutando poi Clio “ma non voglio che si rovini quel bel vestitino. So che non avrò molte occasioni per poterti vedere così.” Facendole l'occhiolino.
Per ultimo, poi, Pepe salì su quel cumulo di terra e piante, raggiungendo gli altri tre.
E da quel dosso un'incredibile e meravigliosa visione apparve ai quattro avventurieri.
Una gigantesca, monumentale città, tutta di marmo bianco, racchiusa da inviolabili mura, pullulante di torri, rocche, palazzi e guglie.
Una città dai riflessi fiabeschi, che sorgeva nel bel mezzo di quella terra rigogliosa ed incontaminata, sovrastata solo da un cielo azzurro ed infinito.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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