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Vecchio 28-10-2014, 19.06.50   #2161
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Si, accade spesso...” disse la vecchia a Clio, dopo essersi tranquillizzata per la fine del sisma “... qui dicono che sono le colpe degli uomini a causare l'ira della terra...” tornò a fissare la piratessa “... domattina dirò loro che sei uscita presto per vedere la città... ora andiamo, tra non molto sarà l'alba...”
Uscirono così dal palazzo ed attraversarono la città, che splendida era avvolta nel silenzio e nella meraviglia dei suoi marmi.
Raggiunsero la campagna e poco dopo apparve un grosso blocco di silice e quarzo, le cui antiche murature parevano stonare con la luminosa bellezza di Auroria.
Era un castello austero ed enigmatico.
“Ecco il Castello del Moro...” indicò la vecchia “... sotto di esso sono scavate le gallerie delle miniere d'oro... io devo tornare al palazzo... buona fortuna... ma se fossi in te scapperei via da questo luogo...” e andò via.



Nel frattempo, proprio sotto il castello, anche i prigionieri avevano avvertito la nuova scossa.
“E' la seconda volta...” disse Pepe.
“Si, capitano spesso scosse simili...” annuì Acludio.
“E non temete che possano essere scosse di avvertimento?” Inquieto Guisgard.
“Sono queste gallerie...” mormorò Acludio “... hanno svuotato il sottosuolo di Auroria... temo che un giorno l'intera città possa sprofondare...”
“E ve ne state qui come se nulla fosse?” Agitato Pepe.
“La morte, a volte penso, sarebbe una liberazione...” chinando il capo Acludio.
“Già, immagino...” scuotendo il capo il presunto Taddeide.
“Di morire non mi importa...” disse Acludio “... mi importa solo di lei... più di tutta l'intera città...”
“Lei chi?” Incuriosito Guisgard.
“Laika...” fissandolo Acludio.
“Chi è Laika?” Domandò il presunto impostore.
Ma Acludio non rispose nulla, limitandosi a tirare con violenza un pugno contro la parete rocciosa, al punto da farlo sanguinare.
“Bravo...” strappandosi un lembo della sua camicia Guisgard, per poi fasciare la mano di Acludio “... se cercavi una scusa per non lavorare, beh, l'hai trovata con la mano ridotta così.” Aggiunse ironico.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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