La Santa Caterina appariva come orfana di qualcosa.
Immersa nell'oscurità della notte, avvolta in un'attesa ed in un silenzio che sembravano insopportabili, galleggiava sulle primordiali acque del Lagno come in balia di una sorte beffarda ed enigmatica.
Altea dalla cabina di Guisgard udiva mormorii e voci confuse, fino a quando il profondo silenzio di quella notte rese pian piano più definite e chiare quelle parole.
“Dobbiamo agire...” disse Palos “... fare qualcosa...”
“Ma cosa?” Scuotendo il capo Miseria. “Se ci muoviamo e finiamo in un passaggio stretto, quei dannati riprenderanno ad ingaggiar battaglia, togliendoci ogni vantaggio.”
“Forse” fece Irko “alcuni di noi devono scendere a terra e cercare di raggiungere Auroria per liberare Guisgard, Clio e Pepe. Anche perchè non potendo volare questo vascello non riuscirebbe mai a raggiungere quella città.”
“Ma come diavolo si arriva ad Auroria?” Chiese Palos.
“Lady Altea conosce la via...” mormorò il Rosso.
Nel frattempo, mentre gli altri parlavano, Cid se ne stava in disparte a fissare le acque in balia di pensieri e preoccupazioni.
Poi, ad un tratto, udì qualcosa.
Un attimo dopo, dal buio, prese forma qualcosa.
Era Matiz, la gabbianella blu, che scese a posarsi sul parapetto davanti al ragazzino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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