Clio indossò quell'essenziale corazza e si mostrò ad Onsia.
La leggera tunica di lino fasciava i fianchi e parte del petto fino ai seni, mentre le piastre di ferro coprivano a stento le parti del corpo con gli organi vitali, lasciando invece scoperte le spalle, le braccia e le gambe.
“Bene, seguimi.” Disse l'Amazzone a Clio.
Scesero così nei meandri di quel luogo, arrivando nei suoi umidi ed opprimenti sotterranei.
La ragazza cominciò ad udire il tintinnio dei picconi ed il rumore della terra che veniva spostata.
Onsia la portò allora nel cuore di quell'ambiente, dove infinite e claustrofobiche gallerie erano scavate fino a confondersi e a perdersi l'una nell'altra, come un impenetrabile labirinto di Conosso.
Un labirinto nel quale un Icaro senza ali non poteva fuggire.
Poi, ad un tratto, Clio udì qualcosa.
Una musica.
La musica di un'ocarina.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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