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Vecchio 30-10-2014, 18.01.40   #2187
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Io dimoro nella vigna del Signore.
Egli Ha posto il mio giaciglio tra dolci colline, fra freschi venti e al tepore del Sole, mentre pure, limpidi e piacevoli acque dissetano il mio corpo.
Benedice i miei semi e ritempra i miei fiori per tutto il cammino delle stagioni.
Se dovesse giungere una tormenta io non temerei nessun male, perchè Tu Sei con me.
La tua verga da sostegno alle mie braccia ed i tuoi segugi scacciano le volpi dalle mie vesti.
I miei rami fai traboccare di frutti prelibati davanti a coloro che mi sono nemici.
Mi doni Grazie e Gioia in tutti i giorni della mia esistenza e vivrò nella Tua Dimora.
Per sempre.”

+++

In quel momento Onsia e Clio entrarono nel piccolo antro scavato nella nuda roccia.
“Bene...” disse l'Amazzone con disprezzo “... la sosta è terminata. Ora riprendete i lavori, cani.”
Gli uomini si alzarono ed ognuno ritornò a prendere il proprio piccone e la propria pala.
“Bel canto...” Acludio a Guisgard “... ma la dolcezza delle tue parole e l'armonia della tua musica mal si legano al lezzo di questo posto...”
Guisgard sorrise appena.
“Cos'avete da parlare voi due?” Fissandoli Onsia.
“Nulla...” scuotendo il capo Acludio.
“Tu...” rivolgendosi l'Amazzone a Guisgard “... dammi quella tua ocarina.”
“Perchè?” Chiese il presunto Taddeide.
“Perchè non siete qui per divertirvi.” Rispose Onsia. “Dammela.”
“E' colpa mia.” Mormorò Acludio. “Io gli ho detto di suonare per tutti.”
“Allora pagherai per tutti.” Ridendo Onsia. “Voi...” a due delle sue carceriere “... legatelo alla parete.”
E quando Acludio fu legato, cominciò a frustarlo.
Venti lunghe e dure frustate che gli lacerarono la schiena.
“No, ferme!” Urlò Guisgard.
“Stai indietro tu!” Lo ammonì Acludio. “Qui comando io! Torna a lavorare!”
Guisgard lo guardava.
“Obbedisci!” Gridò Acludio.
Le frustate ripresero e quando il supplizio terminò l'uomo fu finalmente slegato e poi buttato a terra.
“Fa la guardia a questi relitti.” Ordinò Onsia a Clio, per poi allontanarsi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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