Tutto accadde molto velocemente.
Clio li divise e colpì l'uomo, facendolo tornare al suo lavoro.
Ma Guisgard aveva visto prima i suoi occhi, poi, per un istante, il suo volto sotto l'elmo.
Ed infine il suo sorriso.
Il presunto Taddeide, confuso, tornò al suo posto, voltandosi però più volte verso di lei.
“Non dovresti perdere le staffe così.” Disse Pepe. “Ma che ti è preso?”
“E' lei...” mormorò Guisgard.
“Lei chi?” Incuriosito Pepe.
“Clio...”
Pepe fissò quell'Amazzone, ma il suo elmo era già di nuovo calato sul viso.
“Scusa, da cosa l'hai riconosciuta?” Stupito Pepe. “Dalle gambe? Beh, sei fortunato allora, visto la conosci così bene...” sorridendo.
“Smetti di dire idiozie.” Fece il falso musico. “Non so come, ma è riuscita ad arrivare fin qui...”
Intanto la rissa aveva attirato Onsia e altre carceriere.
“Che succede qui?” Chiese la donna a Clio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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