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Vecchio 06-11-2014, 01.36.32   #2318
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard restò girato dall'altra parte per tutto il tempo impiegato da Clio ad indossare quell'abito.
In verità il presunto impostore tentò di sbirciare la deliziosa figura della ragazza attraverso i pendagli di cristallo che oscillavano, per il lieve sussultare del vascello in volo, da un lume, di gusto barocco, smaltato con disegni blu, senza tuttavia scorgerne le reali fattezze per le distorsioni e i riflessi di luce su quei pendenti.
Poi la voce di lei e quel delicato gesto per farlo voltare.
E la vide.
I lettori hanno già potuto immaginare lo splendido abito, così dettagliatamente descritto, per questo chi scrive si soffermerà solo sul volto della piratessa.
Si dice che una donna è bella quando sa di essere felice.
E Clio in quel momento lo era davvero.
Guisgard nel voltarsi vide una giovane donna, di un biondo dai pallidi riflessi, con occhi di un azzurro trasparente e luminoso, un naso lievemente all'insù, labbra ammirevoli e la pelle di un colorito soffuso di opale e rosa di bosco.
Le mani non erano quelle di un gran dama, eppure apparivano sottili e di un'infantile delicatezza.
Le sue movenze potevano apparire ai più impacciate ed ingenue, ma ad un occhio attento, come quello di un poeta o di un innamorato, quei modi non potevano celare a lungo una profonda e velata sensualità.
E nel vederla così, raggiante ed eccitante, Guisgard restò incantato.
Sorrise e sorseggiò ancora quel suo liquore, per poi posare il bicchiere ed avvicinarsi a lei.
Con un gesto lieve prese i lacci del vestito e cominciò a legarli lentamente.
“In verità” disse in un sussurro “non l'ho rubato questo vestito. Mi è stato donato da una fanciulla per ringraziarmi... ella era innamorata da sempre di un tipo conosciuto dall'infanzia, costretto poi a fuggire dal loro villaggio e tornato anni dopo con un'inaspettata fortuna... era infatti divenuto ricco come uno di quei principi orientali, con un'esistenza in bilico tra l'ambiguo ed il romanzesco...” terminò di legare i lacci e le sue mani scesero piano sui fianchi di lei “... una notte aiutai la fanciulla a fuggire via, verso la nave del suo amante ed ella mi donò ciò che aveva, ossia quest'abito... ma quella ragazza non era bella come te, Clio...” facendola poi voltare, in modo che i loro occhi si unissero sotto la delicata magia di quella vaga e sognante luminosità.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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