Guisgard sorrise a Clio e poi annuì alle parole di Altea.
I tre, giunsero davanti ad un stretto vicoletto, lo imboccarono, fino ad attraversarlo tutto, ritrovandosi prossimi ad un lungo cortile.
Entrarono e videro una porta aperta sulla destra.
Si udiva il rumore di un telaio.
Il presunto Taddeide allora si avvicinò all'uscio e bussò contro il legno della porta.
“Venite pure avanti...” disse una voce di donna.
I tre entrarono, ritrovandosi in un piccolo vestibolo, dalle cui pareti pendevano immagini di Cristo, della Vergine col Bambino e dei Santi.
Una donna stava seduta a filare.
Aveva capelli di un vago chiarore e mossi, il viso dai limpidi lineamenti, due vivi occhi chiari ed un sorriso accogliente.
“Perdonate se giungiamo a disturbarvi...” mormorò Guisgard.
“Non temete...” sorridendo la donna “... piuttosto sono io che mi scuso per accogliervi così, mentre lavoro. Ma devo preparare alcune camicie da consegnare domattina. Ora, vi prego, sedetevi. Mi farete compagnia.”
“Penso immaginiate il motivo della nostra presenza qui...” fece il presunto duca.
La donna annuì, ridendo appena.
“In tutta Capomazda le vostre doti di indovina dei sogni sono riconosciute da tutti.” Continuò Guisgard.
“I sogni” fissandolo la donna “sono messaggi. Mia nonna aveva il dono di interpretarli ed insegnò a me a fare altrettanto. Ma non per tutti i sogni hanno lo stesso impatto. Alcuni sognano cose che poi non si avverano.”
“Invece” disse Guisgard “a me i sogni non mentono mai.”
“Allora raccontami ciò che hai sognato.” Mormorò la donna.
“Sognai” cominciò a narrare il presunto Taddeide “giorni fa... dovevo partire e per farlo mi occorreva un cavallo... ma non uno qualsiasi... un cavallo bianco che in verità non ho mai veduto... lo cercavo, ma non c'era... rammento che nel sogno vi era molta gente e persino un defunto... un uomo buono e nobile d'animo che conobbi da piccolo... trovai infine quel cavallo... era in una strada buia, intrappolato in una selva scura... ma il suo colore bianco risplendeva nell'oscurità, dandomi la possibilità di vederlo... cominciai a dirigermi verso il cavallo, ma una donna, moglie del defunto, cercava di trattenermi... io però sapevo bene la strada e come raggiungere quel cavallo... e mi svegliai...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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