Nettuno sorrise ad Elisabeth, per poi prenderle la mano.
“Preferisco di gran lunga risolvere il tutto da me, col tuo aiuto, anziché ritrovare Symoin...” disse “... quella donna vive nell'ambiguità e nell'illusione e a noi tutto ciò non occorre.” Annuì. “Continueremo dunque a stare con questa gente, su queste navi, sperando che la mia memoria si desti di colpo. A meno che” ridendo “non ci sia un colpo di scena... chissà, magari si sbagliano ed io non sono quel famoso de Gur.” Ironico.
In quel momento i due udirono il fischio della nave.
“Forse siamo arrivati in qualche porto...” mormorò Nettuno, per poi avvicinarsi alla finestra e guardare fuori.
Vide allora una banchina.
Erano in uno dei porti sul Lagno.
Qualcuno poi bussò alla porta.
“Capitano de Gur...” un marinaio da fuori “... siamo giunti a Licinia.”
“Sentito, mia cara?” Voltandosi Nettuno verso Elisabeth. “Finalmente potremo scendere da questa nave ed io avrò la possibilità di passeggiare con mia moglie.” Facendole l'occhiolino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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