Nettuno sorrise ad Elisabeth.
Poi aiutò la sua falsa consorte a vestirsi.
Le tolse la camicia da notte, lasciandola col busto, per poi aiutarla ad indossare l'abito della sera precedente.
“Però...” disse divertito “... come marito e moglie siamo davvero abili!”
Poco dopo lasciarono la loro cabina e raggiunsero il ponte.
A bordo tutti erano affaccendati ed allora i due finti coniugi scesero a terra.
Licinia era un luogo molto affollato ed una variegata e vivace umanità si riversava fra le strade, brulicando senza sosta tra botteghe, magazzini e le piccole piazzette.
Nettuno, abbigliato come un accurato ufficiale coloniale, camminava con Elisabeth sottobraccio, che invece sfoggiava un elegante abito che metteva in risalto il suo fascino simile a quelle bellezze spagnole, dalla pelle ambrata, i capelli mossi e bruni e le forme aggraziate ed invitanti.
Ed infatti molti, passando in strada, fissavano la bella dama ce si accompagnava al suo ufficiale.
E tra la folla i due notarono anche Burmid ed i suoi scagnozzi, intenti ad osservare le botteghe.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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