“Al mio paese” disse Guisguard a Clio, continuando a volteggiare e portare con sé la ragazza “c'è un modo per insegnare qualcuno a ballare...” rise, mentre il carillon suonava “... lo si fa mettere in piedi su una pedana circolare fatta ruotare da una fune... e così, a furia di volteggiare tra le braccia del proprio cavaliere o della propria dama alla fine viene quasi naturale ballare... naturalmente per la sicura riuscita è preferibile scegliersi un cavaliere o una dama speciali, che sappiano farci battere il cuore...”
E senza quasi accorgersene i due stavano danzando su quelle delicate note.
E volteggiarono per un po', tra i costumi colorati, le maschere variopinte, con i loro tratti grotteschi, sognanti ed innamorati, i pannelli dipinti e raffiguranti scenari esotici, lontani e fiabeschi, le luci soffuse e la musica delicata di quel carillon.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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