Il Maggiordomo sorrise lievemente a quelle parole di Galgan, per poi prendere, forse a caso, uno dei libri conservati su una mensola alle sue spalle.
“Cavaliere...” disse sfogliando distrattamente le pagine di quel libro “... conoscete la leggenda del dottor Faust? E' molto diffusa nell'Europa del Nord. Ebbene essa narra di una grand'uomo. Un uomo incapace di arrendersi ai limiti ed alle miserie della natura umana. I demoni di Faust non erano Mefistofele, Belzebù, né tanto meno Asmodeo.” Rise piano. “No, i suoi demoni erano molto più infimi... erano la vecchiaia, l'ignoranza, la superstizione. Erano questi i suoi veri fantasmi. Quelli cioè che assediano e tormentano l'animo umano da sempre.” I suoi occhi freddi si alzarono su Galgan. “L'uomo è nato per essere libero. Ma può esserlo solo vincendo quei suoi demoni. Ecco” chiudendo il libro che aveva d'avanti “dunque come Faust ha davvero liberato la sua anima.” Sorrise. “Ebbene, cavaliere, grato che abbiate accettato la mia proposta, ritenetemi da questo momento vostro debitore. Un po' come Mefistofele che rivela a Faust di essere il suo servo in questa vita, a patto che lui, cioè voi siate la medesima cosa per me nell'altra vita.” Rise. “Naturalmente per altra vita intendo il momento in cui partirete per unirvi a quelli che danno la caccia al traditore.” Annuì. “Rivelatemi allora quella richiesta d'aiuto, cavaliere ed io vi esaudirò.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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