La notte era inquieta e la Santa Caterina attraversava i suoi misteri, navigando tra la foschia ed il silenzio che avvolgevano le tenebre circostanti.
Le acque del lagno era piatte e solo il fruscio della prua che le squarciava rompeva la taciturna desolazione circostante.
Ad un certo punto, nel cuore della notte, preda di inquietudini e preoccupazioni, Guisgard rimise a posto carte e manuali di navigazione, riponendo poi anche il sestante, i compassi e le squadrette.
Abbassò la lampada sullo scrittoio e si avvicinò al suo letto, dove dormiva Altea.
Nel dormire la donna si era scoperta, riposando con la schiena, quasi nuda, all'insù.
Nel vederla il presunto duca sorrise, per poi coprirla con le preziose lenzuola.
“Buon riposo...” disse sussurrando.
Ed uscì dalla cabina.
Raggiunse il ponte avvolto dall'oscurità e restò a fissare il vago, enigmatico profondo orizzonte.